il caso
Niente centraline a Lecce: elettrosmog fuori controllo
La presidente De Giovanni determinata a verificare il rispetto dei limiti
LECCE - «Manca una rete di monitoraggio delle onde elettromagnetiche derivanti dai tralicci della telefonia, della radiofonia, della televisione e di altre stazioni». I tecnici Arpa, durante l’audizione di ieri mattina, nella Commissione Ambiente (IX) convocata dalla presidente Fabiola De Giovanni a Palazzo Carafa, hanno invitato anche il Comune di Lecce a dotarsi di strumenti di monitoraggio permanente, perché l’Agenzia regionale, con soli tre tecnici al servizio di 96 comuni della provincia di Lecce, può limitarsi a fare delle misurazioni episodiche per pareri richiesti dalla legge o controlli che vengono sollecitati. La rete di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico esiste a Ostuni. Lecce aveva le centraline in diverse zone, anche nelle marine, installate tra il 2001 e il 2004 e già non più funzionanti nel 2006, come è stato chiarito in una precedente Commissione.
«In tutte le città, in questo periodo, si registra una nascita incontrollata di nuovi impianti che emettono onde elettromagnetiche: con il Pug avevamo regolamentato questa situazione», riflette l’ex assessore Cristian Gnoni. La presidente Fabiola De Giovanni ha replicato che si è parlato di centraline elettromagnetiche senza nessun seguito solo una volta, nel 2020. La responsabile Arpa, Immacolata Arnesano, ha spiegato che l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente è dotata di una sola centralina per monitorare i campi elettromagnetici di tutto il Salento. La strumentazione viene attivata «solo qualora ci siano delle criticità o in prossimità di qualche nuovo impianto». Inoltre, non sempre sono disponibili i vigili per accompagnare i tecnici a fare i rilievi: questo crea enormi problemi di accesso alle aree private.
«Avevamo suggerito ai vari comuni di dotarsi dei proprie centraline - ha affermato la dottoressa Arnesano - Basterebbero poche centraline e l’Arpa sarebbe disponibile a sostenere gli enti locali». I controlli dell’Arpa ultimamente si sono concentrati su alcuni impianti delle principali aziende di telefonia in via San Cesario, via Lequile e viale Leopardi, senza rilevare sforamenti rispetto ai limiti stabiliti dalla legge. L’Arpa si muove anche in caso di segnalazioni ed esposti.
Secondo il responsabile ufficio eventi fisici dell’Arpa, Roberto Barnaba, con il passaggio al 5G (che prevede emissioni elettromagnetiche più elevate rispeto ai vecchi ripetitori) è importante costituire una rete provinciale di monitoraggio. «C’è una massiccia implementazione e rinnovo delle reti, ma noi interveniamo su segnalazione. Vengono implementate nuove tecnologie, anche su impianti dove non era previsto il 5G. Noi non abbiamo la possibilità di controllare tutto».
Un altro problema emerso in Commissione è quello che riguarda i pareri Arpa, che a volte vengono ignorati dal Comune perché giungono prima dell’apertura della pratica allo Sportello Unico per le attività produttive: anche qui è necessario un maggiore coordinamento. Il limite di 15 volt metro (disposto dalla legge sulla concorrenza) è stato superato in alcune zone di Lecce? È questa è la domanda a cui vuole rispondere la presidente della Commissione Ambiente, Fabiola De Giovanni, ma senza rilevamenti costanti non si può dare una risposta. Il problema è che per le centraline fisse bisogna aprire una nuova «caccia alle risorse».