Il caso
Ripartizione fondi Fsc, decine di sindaci salentini in protesta
Con una nota diffusa poco fa, 35 primi cittadini della provincia di Lecce stanno facendo sentire la propria voce, indirizzando le lamentele a Bari e a Roma dopo la firma dell'accordo tra Governo e Regione Puglia, il 29 novembre scorso
LECCE - Decine di sindaci salentini in protesta contro le modalità di ripartizione dei Fondi di coesione. Con una nota diffusa poco fa, 35 primi cittadini della provincia di Lecce stanno facendo sentire la propria voce, indirizzando le lamentele a Bari e a Roma dopo la firma dell'accordo tra Governo e Regione Puglia, il 29 novembre scorso. "Parrebbe che alcuni Comuni della Regione Puglia abbiano subito un trattamento privilegiato che sembra non rispondere a criteri di pubblico interesse - tuonano i 35 sindaci firmatari - infatti, nonostante la concertazione su materie eminentemente strategiche, alcune realtà locali politicamente “vicine” all'ormai ex Ministro Raffaele Fitto hanno dichiarato, sulle proprie pagine istituzionali, di aver ricevuto finanziamenti dei quali, però, non è dato conoscere le sottese procedure comparative, di evidenza doverosamente pubblica, di selezione delle proposte progettuali.
Comprendiamo l'urgenza e la sacrosanta premura del Presidente Emiliano nel sottoscrivere questo accordo - aggiungono - ma, al contempo, pretendiamo di conoscere le procedure ad evidenza pubblica sottese alla selezione dei pochissimi progetti finanziati, che in provincia di Lecce si contano nell'ordine di una decina. Chiediamo, altresì - insistono - di comprendere perché non siano state coinvolte le Aree Interne di Puglia, riconosciute come tali da leggi dello Stato e più titolate a beneficiare di fondi con negoziazione diretta.
Il compito delicato dei sindaci di barcamenarsi, con le esigue risorse strutturali degli apparati, tra bandi e avvisi pubblici verrebbe vanificato, se non addirittura mortificato, nella misura in cui lo sviluppo del nostro territorio venisse indirizzato a beneficio esclusivo di alcune realtà locali a svantaggio di altre e, soprattutto - rimarcano - addirittura privando queste ultime della possibilità stessa di venire a conoscenza di misure agevolative. Pertanto - concludono - crediamo che queste “mortificazioni” debbano ricevere risposte chiare dagli enti preposti a garantire equità nella filiera istituzionale e nel pubblico interesse".