sanità

Lotta alle liste d’attesa, la stretta della Asl Lecce sulle attività libero professionali dei medici

Maddalena Mongiò

Stop all’«intramoenia» per garantire i tempi delle prestazioni istituzionali

LECCE - Liste d’attesa intasate, Asl Lecce apre all’ipotesi di blocco temporaneo dell’attività «Alpi» per potenziare le prestazioni normalmente erogate dal sistema sanitario regionale. L’Alpi è l’«Attività libero-professionale intramuraria» (o intramoenia) che medici e personale sanitario in genere esercitano fuori dell’orario di lavoro, in favore e su libera scelta dell’assistito pagante, ad integrazione e supporto dell’attività istituzionalmente dovuta. L’eventualità di uno stop è contenuta nell’aggiornamento del Programma attuativo aziendale sul recupero delle liste di attesa. Nel documento sono prese in esame anche le attese per gli interventi chirurgici, responsabili della ben nota mobilità passiva, ossia la risposta di assistenza e cura fuori regione. In sintesi si rimodula l’organizzazione in base alle ultime normative, anche se l’architettura gestionale era già applicata.

Al vertice c’è la «Commissione aziendale per il governo e il recupero liste di attesa», un gruppo di lavoro coordinato e presieduto dal direttore sanitario di Asl Lecce (Maria Nacci) che interagisce in maniera continuativa e tempi rapidi con la direzione generale e con il gruppo di Programmazione per la parte operativa rappresentata dall’Ufficio Rula (Responsabile Unico aziendale delle Liste d’Attesa). Il Rula ha compiti specifici: definire i piani di attività e i volumi di prestazioni e ricoveri effettuando una programmazione sanitaria coerente con le liste di attesa, gestire e analizzare le anomalie relative a gestione agende, prenotazioni e disallineamenti domanda/offerta per prestazioni definite ad alto rischio criticità, sulla base dell’analisi e valutazione degli anni precedenti, interagendo con i gruppi di programmazione e operativi di struttura.

Ma la stretta, non proprio di ferro, arriva per le attività libero-professionali. Nel documento è precisato: «L’Ufficio Alpi assicura il costante monitoraggio delle prestazioni erogate in libera professione, confrontandole con l’erogazione in istituzionale e, proponendo, sulla base dei dettami normativi regionali, la eventuale sospensione o il contenimento dell’attività intramoenia in favore dell’erogazione in istituzionale. A tal proposito, all’Ufficio Rula afferisce il Tutor aziendale, chiamato a gestire le liste “tutor” per le prestazioni il cui ambito di garanzia è aziendale ovvero per quelle definite ad alta criticità. Il Tutor aziendale è nominato dal direttore sanitario».

Le tappe delle liste d’attesa si dipanano in 5 punti. In primis tutte le prenotazioni di prima visita/primo accesso che non trovano risposta entro i tempi previsti dalle priorità U, B, D, P, possono essere inserite nelle agende tutor con successiva attivazione del percorso di tutela. Possibilità che da tempo è offerta nella Asl di Lecce, ma ora viene stabilito che senza questo passaggio nessuna richiesta potrà essere presa in carico. L’inserimento nella lista tutor è garantito allo sportello Cup, compreso quello telefonico. Il tutor del distretto socio-sanitario, dopo aver verificato l’appropriatezza clinica del quesito diagnostico e la concordanza con la priorità riportata, valuterà le possibili soluzioni (overbooking, fasce orarie lavorative ma non aperte al pubblico, grado saturazione agende esclusive di competenza) fornendo al paziente una data di prenotazione nei tempi previsti. Se i percorsi previsti non dovessero dare risposta nei tempi previsti la gestione delle prestazioni che non hanno trovato soddisfazione al Cup è trasferita al tutor aziendale che valuterà le possibili soluzioni compresa l’attivazione di percorsi straordinari (sedute aggiuntive, anche nei giorni festivi e in orari serali - sabato, domenica, feriali in serata - utilizzo di eventuali fondi ad hoc, anche in favore del privato accreditato, rimodulazione delle attività).

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