Festival dei Giornalisti del Mediterraneo

Il vescovo di Otranto: «Puglia troppo cara, così i turisti fuggono»

Maristella Massari

L’arcivescovo Neri: carceri e periferie, serve cura

OTRANTO - Alla fine di agosto l’istituto penitenziario di Bari è stato teatro di una violenta rivolta che ha interessato la sezione occupata da detenuti comuni. Nel corso della protesta, un agente è stato ferito, mentre un infermiere è stato sequestrato e rilasciato. I detenuti hanno incendiato materassi e coperte. In Puglia, la media del tasso di sovraffollamento è del 139%. Siamo nella regione con le carceri più sovraffollate e con la maggiore carenza di personale di polizia penitenziaria.

Ne abbiamo parlato con l’arcivescovo di Otranto, Francesco Neri, che venerdì ha partecipato al forum dal titolo “Periferie: i cattivi ragazzi esistono?”, moderato da Francesca Ambrosini, giornalista di Tgcom 24, nell’ambito del Festival dei giornalisti del Mediterraneo. L’arcivescovo ha citato, tra gli altri, Victor Hugo e don Pino Puglisi e ha parlato di perdono come rifiuto della violenza.

Arcivescovo, partendo dal tema della della serata e restando legati ai fatti di cronaca recente, qual è il suo messaggio a chi in questo momento sta soffrendo un disagio per la limitazione della libertà?

«Partiamo da una premessa: direi è che chi è dentro non è detto che sia peggiore di chi sta fuori, ma magari ha avuto sfortuna nella vita o è nato in un contesto di povertà e può essersi trovato costretto a fare cose che in altri contesti non avrebbe mai neppure immaginato di fare. Detto questo, direi loro di approfittare di questo tempo, perché si può imparare da tutto anche dalle cose negative. Consiglierei di valorizzare il tempo di questo pezzo di vita che non ritornerà, orientandosi alla saggezza».

E a chi è fuori?

«Bisogna interessarsi sempre alla vita delle persone. La società deve prendersi cura di chi è detenuto e contribuire a dare una via di speranza, una via di salvezza a queste persone. Per me è una grazia avere avuto la possibilità di entrare in carcere e conoscere questo mondo. C’è tanta umanità. La società deve impegnarsi molto per queste persone, deve indicare loro la strada della redenzione»...

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