Il caso
Nardò, uomo gravemente ferito salvato dai soli autisti del 118. «I medici? Non ce ne sono»
Il punto di primo intervento chiude alle 15.30, la guardia medica apre alle 20.30: la denuncia dei soccorritori
NARDO' - «Noi, di professione autisti, costretti a soccorrere come potevamo un uomo con la pancia squarciata perché all’ex ospedale di Nardò non c’erano medici». Drammatica testimonianza di Walter Gabellone, presidente di una nota associazione di sicurezza stradale ma di professione autista «Sanitaservice» in servizio all’ex ospedale “Sambiasi” di via XXV Luglio.
È lo stesso Gabellone a descrivere il drammatico episodio accaduto venerdì pomeriggio: «Intorno alle 16.30 all’ex ospedale (oggi Presidio Territoriale di Assistenza, ndr) è arrivata agitatissima, alla guida di un’auto, una donna incinta. Sul sedile posteriore c’era il giovane marito avvolto in una pozza di sangue». L’uomo infatti, dalla ricostruzione fornita da Gabellone, mentre stava svolgendo dei lavori domestici pare abbia subìto profondi tagli provocati dalla lama della smerigliatrice che stava adoperando, con l’utensile che sarebbe arrivato letteralmente a «squarciargli» l’addome.
«La donna che io e i miei colleghi autisti avevamo di fronte – ricorda Gabellone – urlava e chiedeva aiuto impaurita». Dallo spavento all’agitazione, l’autista è ora un fiume in piena. Di rabbia. «Chi poteva aiutare quella giovane coppia se il punto di primo intervento qui chiude alle 15.30? Chi poteva aiutare quell’uomo se gli operatori del 118 erano tutti fuori impegnati in interventi sul territorio? Chi poteva aiutare quell’uomo se la guardia medica apre alle 20.30? Davanti a quella coppia, davanti a due nostri giovani figli che stanno per diventare genitori, c’erano solo gli autisti!».
Gabellone punta l’indice verso le istituzioni, senza nascondersi: «Autisti: questa è la nostra professione. Non siamo medici, non siamo infermieri, non siamo soccorritori. Abbiamo fatto quello che potevamo, tamponando la ferita e mettendo un po’ d’acqua fresca sul volto di quel giovane, rinfrescandolo e rassicurandolo nell’attesa che arrivasse il 118 che nel frattempo avevamo contattato. Ma vi sembra normale che Nardò in questo periodo, con decine e decine di migliaia di presenze sul territorio, possa restare sprovvisto della presenza fissa di un medico che intervenga in queste situazioni? Non devo essere io a sostituirmi al medico! Sono disgustato da questa situazione!».
L’uomo è adesso ricoverato all’ospedale «Vito Fazzi» di Lecce.