AMBIENTE

Lotta all’abusivismo: via il cemento sul Capo di Leuca

I carabinieri forestali in azione: scattano i sequestri. Sigilli a Salve, Corsano e Gagliano. Costruzioni «selvagge» e piscine in aree protette e nel parco regionale costiero «Otranto-bosco di Tricase».

«Another brick», un «altro mattone» sottratto al muro di cemento che avanza nel Capo di Leuca. Merito dei carabinieri forestali che hanno fatto scattare sequestri e denunce. I fiumi di cemento corrono sempre più copiosi in una delle aree del Salento risparmiate dall’urbanizzazione selvaggia grazie alla marginalità geografica che un tempo, a lungo, ha contribuito a preservarla. Poi il boom del turismo, il business, l’esigenza di edificare alloggi per ospiti sempre più numerosi. E costruzioni che spuntano come funghi anche in aree che per legge sono protette.

La conferma del fenomeno è arrivata con il seguito dell’operazione che nello scorso aprile aveva scoperchiato il vaso delle irregolarità.

I controlli sono stati mirati proprio a individuare abusi edilizi soprattutto nelle aree tutelate dal vincolo paesaggistico, cioè incluse nel Piano paesaggistico territoriale regionale (Pptr), come boschi, emergenze naturalistiche, geologiche, idriche e di particolare pregio, individuate dalla Regione.

Così i militari del Gruppo carabinieri forestale di Lecce hanno sorvolato con l’elicottero del 6° Nucleo carabinieri Bari-Palese le aree sempre più preda dell’abusivismo, anche quelle più impervie. E hanno individuato i manufatti non in regola.

Così, dopo la prima fase dell’ operazione in aprile, i carabinieri forestali del Nucleo di Tricase hanno denunciato altre 9 persone, per quattro casi di irregolarità. In uno, nelle campagne di Salve è stata accertata la costruzione di un fabbricato di 80 metri quadri, con porticato e pavimentazione esterna, senza alcun titolo abilitativo (né permesso di costruire, né tantomeno autorizzazione paesaggistica). Ed è scattato il sequestro preventivo del cantiere.

In un altro caso sono stati denunciati i due proprietari di altrettante piscine, con pavimentazione e muri perimetrali, costruite nella marina di Corsano Torre Specchia). Ancora: altre due piscine, e 4 persone denunciate, sempre in agro di Corsano.

E sempre sono finiti nei guai, deferiti alla Procura della Repubblica, per la costruzione di una piscina in lamierato sul litorale di Gagliano del Capo.

I 9 coinvolti nei quattro episodi accertati dai forestali dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati previsti dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio e dal Testo unico dell’edilizia e urbanistica. Nonché dalla legge quadro sulle aree naturali protette nei casi in cui le opere abusive sono state realizzate nel perimetro del Parco regionale «Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase».

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