La polemica
Nardò, l'accusa dell'ex assessore Leuzzi: «Il borgo antico è terra di nessuno»
«Il salotto monumentale trasformato in area mercatale»
NARDÒ - Era il 20 maggio 2015 quando la giunta comunale dell’epoca istituì nel centro storico di Nardò la «Ztl Area Monumentale». Una misura fortemente voluta dall’allora assessore al Turismo Maurizio Leuzzi, esponente di un’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Marcello Risi. Una data storica, se vogliamo, che per residenti e commercianti segnò l’inizio dell’accesso nella città vecchia tramite pass e autorizzazioni. A nove anni da quel pioneristico provvedimento – poi esteso dal sindaco Mellone a tutto il centro storico – Leuzzi commenta i fatti delle ultime settimane. Liti, aggressioni e accoltellamenti tra giovani a due passi da piazza Salandra. Eppure l’avvocato di centrosinistra classe 1957 non ci sta a liquidare tutto con la cosiddetta «questione sicurezza». «Al di là dell’obbligo del sindaco di assicurare il controllo e la sicurezza nell’intero territorio comunale – afferma – le gravi mancanze di questa amministrazione attengono alla pessima politica di utilizzo degli spazi pubblici. Gli episodi di cui oggi si discute si sono verificati nel cuore del borgo antico. Al suo insediamento – rivendica Leuzzi – Mellone ha ricevuto in dote dall’amministrazione precedente un borgo antico rinato con un’Area Monumentale a traffico limitato, riqualificata negli edifici, rivitalizzata dalle incentivate aperture di nuovi esercizi, rifrequentata da neretini e turisti e utilizzata come un salotto culturale grazie a iniziative che, per il loro genere, richiamavano un pubblico prevalentemente adulto. Dopo pochi anni di amministrazione Mellone – accusa – quell’area da monumentale è diventata mercatale, dove fare di tutto, un contenitore privo di identità culturale e ritrovo di ragazzi abbandonati a se stessi».
Le politiche culturali viste dunque come antidoto contro violenza e degrado. «Come si fa a non comprendere – si chiede polemicamente Leuzzi – che proprio le scellerate scelte di oggi portano bulletti e piccoli delinquenti a trovare terreno fertile nel cuore del borgo, andandosene in giro per bar fino a notte fonda a fumare e bere di tutto? E questo – precisa – non per colpevolizzare i ragazzi, tantomeno i genitori».
A nove anni esatti da quella prima zona a traffico limitato, per l’assessore che la ideò il problema odierno è pertanto più profondo e tutt’altro che circoscritto solo al transito delle auto o alle pur necessarie pattuglie in più nella città vecchia. «Rendere vivibile e sicuro uno spazio pubblico, utilizzarlo nel migliore dei modi per ciò che quello spazio rappresenta – conclude Leuzzi – è compito della politica».