Il caso
Pista Porsche di Nardò: è stata l’Ue a bloccare tutto
Lo stop di Bruxelles: non c’è interesse pubblico dietro il raddoppio delle piste di Nardò
NARDO' - La Commissione Ue ha rilevato criticità nella valutazione di incidenza effettuata sul progetto di raddoppio dell’impianto Porsche di Nardò, ed ha ritenuto «presuntivamente non appropriata» la motivazione con cui la Regione ha riconosciuto il rilevante interesse pubblico dietro l’intervento. È per questo che il ministero dell’Ambiente, il 15 marzo, ha chiesto di sospendere l’accordo di programma con la Ntc: giovedì una delibera di giunta regionale lo ha congelato «per un periodo non superiore a sei mesi, eventualmente suscettibile di proroga».
È stato dunque il governo a tirare fuori la Regione da un enorme pasticcio che aveva nei fatti consentito di bypassare completamente le valutazioni ambientali (è previsto l’esproprio di 500 ettari di bosco) sulla base di una giustificazione abbastanza singolare: nel progetto di Ntc, presentato già nel 2021, è stato inserito un Punto di primo intervento avanzato con sala operatoria e pista per gli elicotteri del servizio di emergenza, una specie di pronto soccorso che sarebbe stato inserito nella rete pubblica ma che non sarebbe stato aperto al pubblico.
Cioè, detto in altre parole, il centro medico (già esistente) a servizio del centro prove potrebbe in astratto essere utilizzato dalle ambulanze e dagli elicotteri del 118. E questo secondo la Regione (e in particolare secondo l’Asset, la Protezione civile e il dipartimento Salute) sarebbe sufficiente a giustificare l’eradicazione di un’area naturale finora incontaminata che è inserita nel sito protetto di Punta Prosciutto. La società tedesca si è poi impegnata a...