La contestazione
Indennità stratosferiche per i vertici di Unisalento? Si sale sulle barricate
Domani la riunione che dovrà decidere gli aumenti. Il rettore passerebbe da 25.200 a 121mila euro con un incremento del 480 per cento
LECCE - Domani il Consiglio d’amministrazione dell’Università del Salento dovrà decidere sulla rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza dei componenti degli Organi universitari e, in particolare, di Rettore, Pro-Rettore e componenti del Cda. Un punto inserito all’ordine del giorno che ha generato non poco stupore, ma soprattutto malcontento nell’intera comunità accademica. E questo nonostante il parere negativo espresso dal Senato accademico nella seduta del 12 dicembre scorso.
I COMPENSI
In quella seduta, infatti, è stata bocciata la proposta di incremento delle indennità, nonché del loro “quantum”, così modificato: Il rettore, che attualmente percepisce una indennità di 25.200 euro, passerebbe a 121.000 euro, con una percentuale di incremento del 480%.
Il Prorettore, invece, passerebbe da 10.800 a 30.250 euro, con un incremento pari al 280%. I 9 componenti del cda, che al momento non godono di indenità, riceverebbero la somma complessiva di 108.900 eurom pari a oltre oltre 13.600 per componente.
Una scelta che per laFlc Cgil di Lecce è «sconcertante». «Dopo anni di tagli alla spesa pubblica che hanno visto ridurre salari accessori e compensi tanto al personale docente quanto al personale tecnico-amministrativo - viene sottolineato - il primo e significativo intervento di segno opposto, finanziato peraltro con le economie e i risparmi sulle spese di funzionamento dell’Ateneo, veda Il Cda autodeterminare l’aumento del proprio compenso, senza neanche l’avallo dell’organo politico. Ciò è ancora più sconcertante se si considera che questo intervento verrebbe attribuito anche ai Componenti del Cda attualmente in carica, per effetto di una retroattività fantasiosamente costruita, mentre il personale tecnico-amministrativo (ad esempio) è ancora costretto alle ferie forzate per consentire la riduzione delle spese di energia elettrica».
Insomma, un vero e proprio schiaffo all'Ateneo «da anni non riesce quasi più a finanziare, salvo i piani straordinari di finanziamento e il PNRR, il reclutamento del personale e la ricerca, andando a ricercare risorse nell’incremento della tassazione a carico degli studenti».
LA RICHIESTA D'IMPEGNO
Quei soldi, per la Flc Cgil, «potrebbero garantire il finanziamento di un’adeguata copertura del servizio di portierato a fronte di numerosi ambienti di studio sguarniti da anni di tale servizio mai più ripristinato», oppure «il pieno funzionamento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento in diversi edifici» che al contrario hanno subito tagli a danno del benessere dei lavoratori.
Insomma, si chiede a «Rettore e al Cda un passo indietro rispetto a una scelta politicamente sbagliata nei modi, nei tempi, nella sostanza e nel contesto, che li vedrebbe, peraltro, in evidente conflitto di interessi. Diversamente emergerebbe la totale insensibilità rispetto a tutta la comunità accademica che ancora oggi soffre gravi limitazioni e carenze diffuse». E a chi «sin d’ora si accinge a valutare la propria candidatura per il prossimo mandato rettorale» un impegno chiaro in tale direzione e l'impegno nel programma elettorale «a non incrementare i compensi degli organi di vertice».
Perchè per il sindacato «una delibera dei vertici di questo Ateneo favorevole ad un aumento di indennità/gettoni presenza di tale portata è ingiustificata e ingiustificabile. Si scriverebbe una brutta pagina per questo Ateneo: non lo meritano i lavoratori, gli studenti ed il territorio salentino».