Agricoltura
Nel Salento vendemmia di alta qualità, ma la quantità è scarsa
«Un’annata straordinaria grazie a venti forti e caldo equilibrato». La peronospora fa danni: «La varietà più colpita è il Negroamaro con una riduzione più marcata»
Vendemmia salentina 2023 con due peculiarità di primo piano: qualità delle uve ottima, ma quantità notevolmente ridotta, mediamente intorno al 30 per cento in meno, percentuale negativa in aumento rispetto a quella prevista alla vigilia della raccolta. Questo in sintesi il primo bilancio della stagione appena conclusa. Una stagione che, comunque, si presenta molto interessante e promettente in vista dell’imbottigliamento dei vini della nuova annata. Sulla riduzione, considerata addirittura “storica” dai produttori, ha inciso l’andamento climatico caratterizzato soprattutto dalle persistenti piogge primaverili che hanno causato forti attacchi di peronospora. Questo particolare trend meteo “anomalo”, caratterizzato a luglio anche da un periodo di caldo eccessivo, è poi favorevolmente cambiato. E alla fine, a parere dei produttori, i risultati vendemmiali sarebbero stati a dir poco “sorprendenti” dal punto di vista qualitativo.
Secondo Angelo Maci, enologo e fondatore di Cantine Due Palme, quella del 2023 è stata un’annata incredibile. «Siamo passati - sottolinea - dal pessimismo diffuso, dovuto alle preoccupazioni legate alle piogge abbondanti che hanno contraddistinto i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, e che hanno determinato peronospora diffusa in tutti gli areali pugliesi, ad un’imprevista svolta degli eventi che hanno sovvertito le previsioni. I forti venti di tramontana uniti ad un caldo equilibrato nel mese di agosto, hanno dato vita ad un’annata straordinaria». Per Maci, gli intervenuti fattori climatici favorevoli, assieme alla guida agronomica-enologica assicurata dal gruppo di esperti dell’azienda, fra cui il direttore tecnico Nicola Scarano, «hanno permesso di ottenere uve di qualità eccezionale».
«La vendemmia delle uve destinate alle vinificazioni in bianco e rosato - spiega Piernicola Leone de Castris, titolare dell’omonima azienda - è iniziata molto in ritardo: la raccolta è stata avviata la terza decade di agosto. Le uve ottenute, nonostante la vendemmia sia stata effettuata tardivamente, hanno mantenuto in media una buona acidità e raggiunto complessivamente un adeguato contenuto zuccherino. I vini ottenuti dimostrano un buon corredo aromatico varietale ed una buona “spalla acida”, a sostegno di un consistente volume d’assaggio. Per quanto riguarda la vendemmia delle uve destinate alla vinificazione in rosso, al momento della raccolta sono risultate con un buon equilibrio tra la maturazione tecnologica e la maturazione fenolica».
Sulla qualità dell’annata, si sofferma anche Claudio Quarta, titolare delle Cantine Moros ed Emèra: «È risultata nella norma, così come il grado alcolico, ma solo in quei vigneti nei quali le condizioni e le conseguenze del caldo estremo sono state attenuate in quanto siti in zone ventilate o in prossimità del mare e grazie alla disponibilità di una irrigazione di soccorso, come è stato per noi. In altri casi le temperature estreme hanno potuto impedire una buona maturazione tecnologica, vale a dire il rapporto tra il grado zuccherino e l’acidità. Ritengo che i vini annata 2023, pur con le tante traversie affrontate, potranno contribuire a far accrescere la considerazione dei nostri prodotti all’estero, che è elemento di attrazione turistica di straordinaria importanza e volano di sviluppo economico, sociale e culturale”.
Ma, come detto, c’è la “nota dolente” della scarsa quantità. «I forti attacchi di peronospora - dice Ennio Cagnazzo, direttore tecnico della Cantina Vecchia Torre - hanno determinato una riduzione pari al 38%. La varietà più colpita è stata quella del Negroamaro, dove la riduzione è stata ancora più marcata. Questa scarsa produzione presenta, per così dire, un aspetto positivo; e cioè quello di controbilanciare le notevoli eccedenze di vino sfuso 2022, ancora presenti nelle cantine pugliesi e salentine. Dal punto di vista qualitativo possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti».
«Questa annata - aggiunge Massimiliano Apollonio, titolare della Cantina Apollonio - ha richiesto tecnica e capacità di adattamento. Quello che è successo nelle vigne, si ripercuote ovviamente anche nelle cantine. È stata un’annata difficile, anzi difficilissima. È stata sicuramente la più complicata degli ultimi 40 anni. Quest’anno non ci siamo fatti mancare nulla: piogge torrenziali primaverili di quattro volte superiori allo scorso anno, caldo sahariano di luglio, peronospora e oidio in alcuni casi devastante... eppure nonostante tutto, qualità delle uve pugliesi eccezionali!».
«Una vendemmia non semplice - afferma Nicola Leo, enologo della Cantina Paololeo - a causa di un sempre più effetto climatico che ormai sta caratterizzando il nostro territorio. E se a inizio estate la peronospora faceva paura, a posteriori si può dire abbia avuto un effetto in parte benefico, riducendo la quantità di uva per ceppo a favore della concentrazione di aromi e zuccheri».
«Il mese di settembre - ricorda l’enologo Marco Mascellani - è stato tendenzialmente soleggiato, con temperature sopra le medie storiche e pressoché privo di piogge. Questo ha permesso una lineare maturazione delle uve, senza impennate nell’accumulo zuccherino o arresti di maturazione dovuti a stress termici. I mosti erano mediamente caratterizzati da una spiccata freschezza e una buona concentrazione zuccherina. Uve leggermente più diluite, ma nel caso di quelle a bacca rossa, con una maturazione fenolica completa e perfettamente allineata a quella tecnologica. In generale possiamo dire di aver ottenuto bianchi, rosati e spumanti di ottima qualità e rossi probabilmente meno opulenti delle ultime annate ma sicuramente eleganti».