La cerimonia per il bicentenario

La Città di Lecce conferisce la cittadinanza onoraria alla Scuola di Cavalleria

pierfrancesco albanese

Il sindaco Salvemini: «Un forte legame con la città: apprezzamento e gratitudine per ciò che fate»

L’intreccio a doppio filo con la città e una storia che si dipana in duecento anni in cui non è mancato l’impegno per la difesa dei più deboli e il rispetto dei cittadini. Sono le premesse della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Scuola di Cavalleria, avvenuta ieri nella sala consiliare di Palazzo Carafa. A consegnare la pergamena il sindaco Carlo Salvemini, che ha portato l’omaggio della città. Non mancando di sottolineare l’impegno reso dalla Scuola di Cavalleria in occasione dei periodi più complessi della storia cittadina: come di recente con la pandemia da covid-19.

«In questi ultimi anni in occasione della drammatica emergenza pandemica che gli psicoanalisti definiscono una sorta di esercizio di rimozione abbiamo avuto modo di constatare come la bandiera, i confini, gli inni delle forze armate siano elementi che definiscono l’identità nazionale, nella quale ci si riconosce nei momenti di particolare preoccupazione e disagio. Ci si sente componenti di una comunità legata da un comune destino. Le forze armate - ha sottolineato Salvemini - sono state coinvolte nell’allestimento degli hub che hanno contribuito a venirne fuori. Questi sono stati passaggi che hanno contribuito a legare la città di Lecce con la scuola di cavalleria. A breve sveleremo anche il monumento che rafforza ulteriormente questo simbolico legame. Io - ha continuato il sindaco - parlo a nome della città di Lecce e porgo un sincero e sentito messaggio di apprezzamento e gratitudine per ciò che fate».

Poi un breve passaggio per rivendicare il confronto, talvolta serrato, che ha caratterizzato le interlocuzioni tra le istituzioni amministrative e le forze armate. Come in occasione delle vicende che hanno riguardato il campo di addestramento, e il relativo poligono di tiro, di Torre Veneri. «Io – ha detto il primo cittadino - sono solito utilizzare il linguaggio della parresia, il dire la verità. E lo sapete che non sono mancati in questi anni anche momenti di confronto tra temi che afferiscono il rapporto tra forze armate e la città. Mi riferisco a come la scuola di esercitazione di Torre Veneri si debba organizzare per garantire la propria presenza compatibile con le necessità della popolazione residente, che quando fu istituita oggettivamente non c’era e però oggi i cittadini ci chiedono di tener conto anche delle loro necessità. Abbiamo fatto molto in questo senso, ma molto dobbiamo continuare a fare per corrispondere a un duplice obiettivo: preservare il valore strategico di un campo di esercitazione fondamentale per l’esercito, ma anche preservare il diritto della nostra comunità di essere poco colpita».

Poi la consegna della pergamena, recante la motivazione del riconoscimento. «La Scuola di Cavalleria, tenendo fede al motto dell’Esercito “di più insieme” opera con le Istituzioni e le Autorità amministrative della comunità leccese, dando il suo contributo “per la gente“, “con la gente“, “tra la gente“».

In chiusura i ringraziamenti del Generale di brigata Claudio Dei. «I miei soldati si sono sempre adoperati al di fuori dei compiti specifici a supporto della cittadinanza. Grazie del riconoscimento, a cui i miei soldati – ha specificato - tenevano molto».

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