Nel Leccese
Sogliano, la truffa corre su WhatsApp: si spaccia per il figlio e gli spilla mille euro
Nel messaggio si faceva riferimento a un'emergenza. «Ho cambiato cellulare e non funziona il microfono»
SOGLIANO CAVOUR (Lecce) - È riuscito a spillare mille euro ad un ignaro «genitore» spacciandosi per il figlio. Accade a Sogliano Cavour, dove un 68enne ha ricevuto una chiamata dal finto figlio che aveva «gravi e urgenti problemi economici» a cui doveva fronteggiare. Per questo chiedeva aiuto al padre. Non solo ha ottenuto tramite poste pay mille euro subito ma si è fatto vivo alcuni giorni dopo chiedendo altri soldi: esattamente 840 euro.
Ma, come hanno accertato i carabinieri, era una truffa. Dietro al numero di chi chiamava si nascondeva un abile truffatore che riusciva a far finire i soldi o le ricariche sulla poste pay del proprio conto.
La vicenda risale ad un paio di settimane fa. Il truffato, attraverso l’avvocato Luigi Casarano, ha presentato una denuncia-querela presso la stazione dei carabinieri di Sogliano Cavour per capire chi si nascondesse dietro quel numero. «Papà, ho cambiato cellulare e ho l’altoparlante rotto», era stata la giustificazione del truffatore che ha chiesto i soldi al padre tramite WhatsApp.
Sapendo che il figlio vive fuori, il genitore si è preoccupato di mandare subito i soldi dal momento che nel messaggio si sottolineavano «improvvisi problemi che lo avevano colpito».
Il padre - come si diceva - si è subito prodigato e grazie ad un familiare ha provveduto ad inoltrare i soldi con una carta prepagata in una tabaccheria di Sogliano.
Come se non bastasse, il truffatore ha poi chiesto altro denaro. Ma il padre, in questo caso, fortunatamente non è riuscito a versare la somma in quanto aveva già superato il budget a sua disposizione.
La truffa è stata scoperta quando il padre, qualche giorno dopo, ha chiamato il figlio per fargli auguri nel giorno di San Lorenzo e in quella circostanza ha compreso di essere rimasto vittima di un raggiro.