Sanità
Contratti in scadenza: nervi tesi tra i 418 precari dell’Asl di Lecce
Hanno già maturato i requisiti per la stabilizzazione ma restano accora in attesa: disagi in vista
LECCE - Nervi tesi tra i 418 precari della Asl di Lecce che hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma sono ancora tra color che son sospesi con contratti a tempo determinato e in scadenza.
Così Francesco Perrone, segretario provinciale della Fsi-Usae ) ha scritto ai vertici di Asl Lecce per chiedere una proroga dei contratti in attesa che la Regione autorizzi le assunzioni. Lo scorso 8 agosto la giunta regionale pugliese ha approvato il piano triennale dei fabbisogni della Asl, ma l’iter per l’autorizzazione prevede ulteriori passaggi e intanto si avvicina la scadenza di numerosi contratti a tempo determinato che Perrone ricorda riguardano personale già in possesso dei requisiti della stabilizzazione che sta per raggiungere il limite massimo dei 36 mesi che può essere superato grazie a una previsione contenuta all’articolo 70 comma 2 del contratto nazionale di lavoro del Comparto Sanità del 2 novembre 2022.
«Il Contratto del comparto sanità non subordina la proroga a nessuna procedura presso l’Ispettorato provinciale del lavoro, cosiddetta deroga assistita, e per ovvie ragioni non contempla la lex specialis della stabilizzazione del personale precario – afferma Perrone – lasciando spazio ad una proroga dei contratti a tempo determinato di 12 mesi, successivi ai 36, fino al completamento delle procedure di stabilizzazione presso la ASL di Lecce. Tale richiesta urgente, anche in relazione alla grave carenza di personale sanitario e socio-sanitario e la necessità di garantire i LEA (livelli essenziali di assistenza) in tutte le strutture sanitarie della Asl».
Partita importante, quella giocata sul fronte del precariato che, nonostante i buoni propositi dei governi che si sono succeduti, rimane una piaga della Pubblica amministrazione. Sta di fatto che ci sono 216 precari (impiegati in diversi ruoli e mansioni) che hanno maturato il diritto all’immissione in ruolo a dicembre dello scorso anno, 85 che lo matureranno entro dicembre 2023, tutti assunti a tempo determinato dopo un avviso pubblico che dà diritto al posto fisso senza ulteriori prove. Diverso, invece, il caso dei 182 precari assunti in pronta disponibilità, ossia senza una selezione pubblica per i quali, come prevede la norma, devono essere banditi concorsi riservati. In più, fra i 418 precari, una parte ha il contratto in scadenza a fine giugno e una parte a fine dicembre.
Dopo l’approvazione della delibera di giunta regionale numero 640/2023 le Aziende sanitarie non possono procedere in autonomia alle stabilizzazioni, ma devono chiedere l’autorizzazione. Così Asl ha chiesto l’autorizzazione, ma – contestualmente – nel caso in cui gli «uffici avessero la necessità di riservarsi ulteriori approfondimenti e, quindi, differire l’avvio delle procedure di stabilizzazione, consentire a questa Azienda, nelle more, la proroga, per un periodo non inferiore a 12 mesi del personale a tempo determinato in scadenza».
In più Asl ha fatto rilevare che si tratta di precari in servizio assunti su posti previsti nel Piano triennale del fabbisogno del personale, sia nel 2021-2023 che in quello 2022-2024 e la spesa per la stabilizzazione rientra nel rispetto dei limiti di spesa, d’altra parte essendo personale già in servizio non sarebbe una spesa aggiuntiva e quindi non è comprensibile l’attendismo da parte della Regione.
Nel dettaglio, gli aventi diritto alla stabilizzazione reclutati dopo una selezione pubblica sono: 124 infermieri; 5 fisioterapisti; 13 ostetriche; 16 tecnici di radiologia; 31 autisti; 1 logopedista; 20 collaboratori amministrativi; 1 giornalista; 2 tecnici ambientali; 3 ortottisti. Poi c’è il capitolo della pronta disponibilità relativo a professionisti che hanno diritto al posto fisso, ma dovranno affrontare un concorso in quanto reclutati senza una prova selettiva, per dettato costituzionale d’obbligo per lavorare nella PA. Si tratta di personale chiamato durante la pandemia e quindi parte di quella schiera di operatori sanitari definiti eroi quando hanno affrontato il virus a “mani nude”.
Di questa seconda parte di potenziali futuri dipendenti Asl fanno parte: 148 infermieri, 17 tecnici di laboratorio e 17 tecnici della prevenzione. Ora il destino dei circa 400 precari è nelle mani della Regione.