Accorpamenti

Salento, tagli pesanti nel mondo della scuola: a rischio autonomia di molti istituti a Lecce e Brindisi

Maddalena Mongiò

Secondo queste ipotesi in provincia di Brindisi 7 scuole medie sono in bilico, mentre in provincia di Lecce l’ipotesi peggiore prevede 22 scuole a rischio di perdita dell’autonomia

Scure del Governo sulla scuola: cambiano le regole del gioco e la popolazione scolastica sale da 500 a 900 alunni mettendo a rischio l’autonomia di molte scuole. Rispetto a questa previsione l’assessorato regionale all’Istruzione, guidato da Sebastiano Leo, ha fatto una proiezione con tre ipotesi di accorpamento che i sindacati di categoria non hanno digerito perché ritenuta viziata dalla sola logica dei numeri. Sia quel che sia, però, dagli accorpamenti non si potrà sfuggire. L’ipotesi dell’assessorato sono state parametrate considerando solo le scuole del I ciclo. Secondo queste ipotesi in provincia di Brindisi 7 scuole medie sono in bilico, mentre in provincia di Lecce l’ipotesi peggiore prevede 22 scuole (tra i 74 comuni che hanno scuole sottodimensionate, dall’infanzia alle medie e i 41 comuni sedi degli istituti superiori) a rischio di perdita dell’autonomia, ossia niente dirigente scolastico, dirigente amministrativo e personale ATA ridotto.

Questo lo scenario che si impone dopo l’approvazione della Legge di bilancio 2023 che ha dedicato attenzione specifica al dimensionamento scolastico fissando come parametro per l’autonomia una popolazione scolastica di 900 alunni, invece dei 500 attuali. Una previsione che sarà attuata pienamente nell’anno scolastico 2024/2025 per cui non ci saranno stravolgimenti nel prossimo anno scolastico, ma ovviamente le Regioni si stanno attrezzando anche perché il piano deve essere approvato entro il 2023. La Puglia, comunque, ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro la previsione della manovra finanziaria. In particolare la Regione contesta la violazione del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione riguardante il principio di eguaglianza che nel ricorso viene chiamato in causa in quanto «la violazione dipende invece dalla circostanza secondo la quale la distanza rispetto alla sede in cui è prestato il servizio scolastico, per i residenti in aree interne, solitamente isolate e (perciò) svantaggiate, rappresenta evidentemente un «ostacolo» di «ordine economico e sociale» che impedisce «il pieno sviluppo della persona umana», e che, pertanto, compito inderogabile della Repubblica rimuovere».

E mentre la giustizia fa il suo corso gli uffici hanno elaborato una previsione sugli effetti di questa modifica voluta dal Governo sulla base del fenomeno della denatalità che ogni anno determina un decremento degli iscritti. La “cura” del Governo è quella di un dimensionamento della rete scolastica con la possibilità di accorpare più istituti, anche distanti diversi chilometri, sotto la guida dello stesso dirigente scolastico. A livello nazionale questo comporterebbe un risparmio, per le casse dello Stato, di 88 milioni l’anno che il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara promette di reinvestire nella scuola.

«Questo tipo di dimensionamento non aiuta la Puglia e la scuola italiana. Oltre a perdere le dirigenze, di conseguenza, diminuirà anche il personale ATA. Si poteva agire propositivamente cogliendo l’opportunità del Pnrr per prevedere investimenti capaci di mettere la scuola nella condizione di affrontare un mondo sempre più tecnologicamente avanzato e complesso. Bisogna investire sulla tecnologia, ma soprattutto dare la possibilità - ai nostri alunni e alle nostre alunne - del tempo pieno cogliendo l’occasione per eliminare la triste condizione delle classi pollaio. Bisogna investire per garantire la continuità didattica e quindi reclutando docenti in modo da non avere, già all’inizio dell’anno, classi coperte con incarico di supplenza. La scuola che noi vorremmo è lontana dal modello che oggi il Governo propone con questa previsione di dimensionamento».

Sta di fatto che l’assessorato regionale all’Istruzione ha elaborato tre ipotesi che per Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia penalizzano fortemente il sistema scolastico regionale e in particolare quello salentino visto che in una delle ipotesi elaborato sono «previste 12 scuole intercomunali, di cui 9 nel solo Salento, con dirigenti scolastici e direttori amministrativi “volanti“».

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