Sanità
Quattro morti in una settimana: nuovo allarme Covid nel Salento
Il virus rialza la testa fra gli anziani più fragili e la Rianimazione del Fazzi ha tutti i posti occupati da over 65enni positivi. La Asl: «Vaccinatevi»
LECCE - Quattro decessi in questa settimana, l’ultimo è di ieri, tutti per Covid: il virus rialza la testa fra gli anziani più fragili e la Rianimazione del Fazzi ha tutti i posti occupati proprio da over 65enni positivi. Il triste bollettino, a cui si pensa sempre meno da quando è stata dichiarata la fine della pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha funestato Asl Lecce e Alberto Fedele direttore del Dipartimento di Prevenzione mette in guardia anziani e malati cronici dai rischi di un virus che ormai ha un’evoluzione benigna, ma diventa letale se incontra un organismo indebolito nel sistema immunitario, con patologie respiratorie, oncologiche, cardiovascolari. «La dichiarazione della fine della pandemia non ha spaventato il virus che continua a circolare – argomenta Fedele –, non a caso tutti gli organismi sanitari: OMS, ECDC europeo, raccomandano agli anziani di fare una dose l’anno, come avviene per l’antinfluenzale. Ai soggetti fragili, con malattie croniche, è consigliata una dose ogni sei mesi. Chi ha più patologie croniche si deve proteggere. Bacchette magiche non ce ne sono, ma la piccolissima statistica di questi giorni ci dice che la prevenzione è importante. Le persone decedute in questi giorni avevano 74, 75 anni e tre di loro non avevano fatto la quarta dose. Abbiamo coperture del trenta percento per la quarta dose, troppo basse per non essere esposti a rischi».
L’ultimo report elaborato dall’Epidemiologia e Statistica di Asl Lecce, diretta da Fabrizio Quarta, è del 3 febbraio scorso e mostrava una situazione assolutamente sotto controllo al netto di questo colpo di coda frutto della guardia che fra gli anziani si sta abbassando troppo esponendoli a rischi che potrebbero essere evitati. I primi di febbraio mostravano in ogni caso che il virus è in circolazione tant’è che risultavano ancora 498 positivi, senza contare gli asintomatici che sfuggono a qualsiasi calcolo. Il tasso di ospedalizzazione per Covid mostra chiaramente il ruolo che i vaccini hanno nel contrasto della malattia. Ogni centomila abitanti ogni mese ne vengono ricoverati 4,02 che hanno avuto la prima dose di vaccino, 1,32 con la seconda dose, 2,95 con la terza e ben 3,7 per i non vaccinati. Rimane inalterato il dato di un virus, quello del Covid, che colpisce maggiormente le donne salentine: 54 percento contro il 46 percento.
Altro dato che si conferma riguarda la maggiore mortalità tra gli anziani nonostante la fascia d’età maggiormente colpita dall’infezione sia quella under 60. Da questa constatazione si muovono gli appelli alla vaccinazione degli anziani che rischiano maggiormente la vita. Il maggior luogo di esposizione al contagio rimane la famiglia: il 69 percento dei casi di trasmissione del virus avvengono in famiglia, il 2 percento nelle case di riposo, il 2,7 percento negli ospedali e nelle strutture sanitarie in genere, l’8,3 percento sul posto di lavoro.
La quarta dose è raccomandata agli over 60, dai 12 anni in poi se affetti da patologie croniche oppure oncologiche, agli operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani, agli operatori sanitari, alle donne in gravidanza. Un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente è raccomandata a chi ha già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla prima somministrazione o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2 per la quale bisogna tenere conto della data del test diagnostico positivo. Questo richiamo dovrebbe essere fatto per chi ha dagli 80 anni in su, dagli ospiti delle strutture residenziali per anziani, dai 60enni in condizione di fragilità motivata da patologie croniche. In ogni caso la possibilità di una ulteriore dose di vaccino, dopo la somministrazione del secondo richiamo, può essere somministrata da tutti gli ultrasessantenni.