L'iniziativa

Lecce, sette giorni per ricordare la Shoah

Vincenzo Sparviero

Il Museo ebraico dedica un’intera settimana alla memoria

LECCE - Un’intera settimana per commemorare le vittime dell’Olocausto e far riflettere, attraverso testimonianze e spettacoli, su una delle pagine più buie della nostra storia più recente. Protagonista assoluto è il Museo Ebraico di Lecce.

Ieri, è stato presentato il ricco calendario di iniziative che si terranno dal 24 al 29 gennaio per la Settimana della Memoria.

«Anche quest'anno il museo propone un programma molto variegato di eventi legati alla Giornata della Memoria», ha detto Fabrizio Ghio, membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce. «Importantissimo - ha aggiunto - il coinvolgimento di diversi enti a vario livello, dalla Regione Puglia al Comune di Manduria passando per la Provincia e il Comune di Lecce. Una collaborazione di enti privati e pubblici che non può che far bene al racconto di fatti nei quali il Salento è stato interessato in prima persona con i campi di transito in alcuni centri salentini. Creare rete è quindi fondamentale per portare avanti la memoria di questi tragici e storici eventi».

Alla conferenza hanno preso parte Antonio Leo, vice presidente della Provincia, il sindaco Carlo Salvemini, Mazzotta del Museo Ebraico e Vito Andrea Mariggiò, vicesindaco Comune di Manduria.

Venerdì, la Provincia ospita l'incontro con Claudio Fano presso la sala consiliare.

«Siamo orgogliosi di prendere parte attivamente a queste iniziative - ha detto il vice presidente Leo -. Vedere i ragazzi delle scuole tornare arricchiti dall'esperienza di visita al Museo Ebraico ci inorgoglisce e infatti abbiamo esteso l'invito anche alle scuole per l'incontro con l'avvocato Claudio Fano, che tra l'altro donerà degli oggetti in memoria di quel periodo storico alla provincia e al Museo Ebraico».

«L'Amministrazione comunale quest'anno ha deciso di finanziare il viaggio sul Treno della Memoria di 5 ragazzi leccesi – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – che andranno a fare, sui luoghi dello sterminio, un'esperienza emotivamente forte. In queste ore si dibatte, anche grazie alle esemplari riflessioni della senatrice Liliana Segre, di come far vivere la memoria quando si spegne la voce dei sopravvissuti. È forte la preoccupazione che la Shoah resti una voce nell'indice analitico di un manuale o poco più. Una delle proposte della Segre è quella di far vivere l'orrore dei campi di sterminio accompagnandoli con i nomi e i cognomi di coloro che sono stati tradotti e uccisi perchè soltanto scontrandosi con le biografie si ha contezza dell'abisso nel quale si è vissuti, quando la propria religione o paese di nascita sanciva il destino di vita o di morte. Partendo da questa sua raccomandazione che mi ha colpito molto, “le pietre d'inciampo valgono più della giornata della Memoria”, vorrei che anche nella nostra città possa essere realizzata una strada con pietre d'inciampo che riportino i nomi e cognomi di pugliesi e salentini tradotti nei campi di sterminio, non solo ebrei ma anche partigiani, soldati o chiunque abbia vissuto e subito un epilogo così drammatico. In questo modo risponderemmo all'appello della senatrice a vita e renderemmo evidente l'impegno di tutta la comunità salentina nel ricordare l'orrore dello sterminio».

«Lo scorso anno il Comune di Manduria ha siglato un protocollo con il Museo Ebraico che si propone di mettere in rete città che hanno storie comuni - ha spiegato poi il vice sindaco del Comune di Manduria, Vito Andrea Mariggiò - In particolare, in occasione della Settimana della Memoria, da Manduria partirà l'Autubus della Memoria che porterà dei cittadini manduriani a conoscere la cultura di Lecce e la sua storia ebraica, accomunata a quella di Manduria. L'intento è quello di creare una rete museale del versante ionico che serva non solo a sviluppare insieme delle strategie di promozione turistica ma anche a rinsaldare i punti di contatto nella cultura di queste comunità».

«La giornata della memoria è un momento di riflessione su eventi drammatici che hanno contrassegnato un’epoca e che si spera non si ripetano mai più - ha dichiarato a margine della conferenza il Prof. Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di lingua e letteratura ebraica presso l'Università la Sapienza di Roma - Attraverso la memoria dell’accaduto si vuole anche richiamare l’attenzione sull’uso della storia recente, con i suoi esempi più dolorosi, per far sì che tutte le forme di violenza e infrazione dei diritti umani siano tenute lontane dall’agire quotidiano».

L'idea di istituire un Museo Ebraico a Lecce passa anche per la commemorazione, come ricordano Michelangelo Mazzotta e Francesco De Giorgi, CEO del Museo Ebraico di Lecce: «Abbiamo voluto creare un Museo Ebraico a Lecce, non solo per mostrare un volto poco noto della storia della nostra città, ma anche per ricordare ogni giorno e non soltanto il 27 gennaio, quelle atrocità che non possono e non devono più ripetersi».

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