Nel Salento

Gallipoli, giovane morì per diagnosi tardiva di gravidanza extrauterina: ostetrica rischia il processo

Redazione Lecce

Intanto, il marito della vittima, di origini nigeriane, si è costituito parte civile con l’avvocato Giulio Bray chiedendo un risarcimento danni di 800mila euro

GALLIPOLI - Rischia di finire sotto processo un’ostetrica dell’ospedale di Gallipoli dopo la morte di una paziente. L’operatrice sanitaria è comparsa dinanzi al giudice per l’udienza preliminare Angelo Zizzari per chiarire la sua posizione. Intanto, il marito della vittima, di origini nigeriane, si è costituito parte civile con l’avvocato Giulio Bray chiedendo un risarcimento danni di 800mila euro. Il giudice ha disposto una perizia medico legale per verificare tramite degli «accertamenti specifici» se possono essere ravvisate eventuali responsabilità a carico dell’ostetrica, finita nel nel registro degli indagati con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Il conferimento è fissato per il 27 febbraio.

Stando al contenuto della denuncia, la giovane mamma si rivolse alla specialista nel giugno del 2021 e nonostante l’ostetrica avesse descritto ecograficamente un voluminoso fibroma della parete anteriore dell’utero di circa 3 centimetri, si sarebbe limitata a consigliare di eseguire il dosaggio della gonadotropina cronica beta (proteina ad attività ormonale prodotta dall’embrione ed utilizzata per la diagnosi di gravidanza), senza eseguire alcun ulteriore accertamento per verificare - secondo le accuse - se fossero presenti gravidanze extrauterine.

Stando sempre alla denuncia, non sarebbe stata diagnosticata in tempo utile una gravidanza interstiziale che avrebbe poi provocato la morte della donna.

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