Perquisizioni e sequestri
Corruzione, indagini su un altro magistrato del Tribunale di Lecce: avrebbe ricevuto in dono del pesce
Gli accertamenti riguardano il giudice Alessandro Silvestrini
La perquisizione in casa di un magistrato svela l’esistenza di un’altra inchiesta della Procura di Potenza per corruzione in atti giudiziari. Qualche giorno fa, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e della Compagnia di Gallipoli hanno eseguito un decreto di perquisizione nei confronti di Alessandro Silvestrini, giudice presso la sezione Commerciale del Tribunale Civile e candidato alla presidenza del Tribunale. Nella stessa inchiesta compaiono anche il geometra Antonio Fasiello e l’imprenditore Eusebio Giovanni Mariano. Le perquisizioni si sono concluse con il sequestro di documentazione, di computer e di telefonini. Sullo sfondo ci sarebbe una procedura fallimentare. Le indagini dovranno verificare se l’iter della pratica sia stato ortodosso oppure se ci siano state pressioni, accelerazioni, corsie preferenziali ed eventuali benefit (al giudice sarebbe stato regalato del pesce). Al momento si tratta solo di ipotesi ancora da riscontrare ed accertare. E il decreto di perquisizione con l’ipotesi di reato non è certo una condanna anticipata. I destinatari del decreto di perquisizione sono assistiti dagli avvocati Leonardo Pace, Giuseppe Della Torre e Giancarlo Raco.
A disporre la perquisizione sono stati il procuratore di Potenza Francesco Curcio e i sostituti Elena Mazzilli ed Emiliano Busto. Si tratta degli stessi magistrati che conducono l’altra inchiesta per corruzione in atti giudiziari che ha scosso il Tribunale civile di Lecce. E difatti, questa seconda inchiesta, può considerarsi una sorta costola della prima da cui si è staccata per poi alimentarsi di ulteriori elementi.
L’altra inchiesta è quella che ruota attorno alla figura del giudice Pietro Errede, pure lui magistrato della sezione Commerciale, delegato alle procedure concorsuali nonché giudice delle esecuzioni immobiliari. Il giudice Errede è stato anche componente dell’Ufficio misure di prevenzione del Tribunale. È indagato per corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d’ufficio, concussione e turbativa d’asta insieme a quattro avvocati (Alberto Russi, originario di Galatina; Giuseppe Positano, di Lecce; Antonio Casilli, di Lecce, e Rosanna Perricci, di Monopoli, assessora comunale nella sua città), tre commercialisti (Marcello Paglialunga, di Nardò; Giuseppe Evangelista, di Lecce; ed Emanuele Liaci, di Gallipoli) ed una cancelliera (Graziella De Masi, di Lecce, assistente giudiziaria della cancelleria del giudice Errede). Il sospetto è che il magistrato abbia pilotato e condizionato gli affidamenti di incarichi di amministratore giudiziario in cambio di regali e altre utilità.