Nodo consumi

Gasdotto Poseidon, Otranto dice sì

Gianpaolo Balsamo

Il progetto (già approvato) aspetta di essere realizzato. Il sindaco: «Sarà a basso impatto»

A dividere Otranto da Melendugno, ci sono circa 25 chilometri. Questo fazzoletto di terra, nel Salento, potrebbe presto diventare nevralgico (e in parte già lo è) per il fabbisogno energetico del Paese, travolto dai venti di guerra in Ucraina che stanno scombussolando anche il panorama dell’approvvigionamento del gas in Europa e nel mondo.

Nell’area di San Basilio, nella zona di San Foca (a Marina di Melendugno) è funzionante il Trans Adriatic Pipeline, un gasdotto lungo 878 km che parte dalla Grecia, attraversa l’Albania, il Mar Adriatico e termina in Puglia dove ha scaricato nel 2021 oltre 7 miliardi di metri cubi di gas naturale proveniente dall'Azerbaijan. La sua costruzione, è pur vero, è stata molto controversa a causa del suo possibile impatto ambientale: tanti gli scontri politici e ideologici, marce e assalti degli oppositori innescati dalla presenza del metanodotto Tap.

A 25 chilometri di distanza, invece, c’è chi il gasdotto, già autorizzato, lo aspetta da tempo a «braccia aperte». Sono gli abitanti di Otranto che attendono da circa un decennio la cantierizzazione progetto EastMed-Poseidon, un altro gasdotto di cui si torna a parlare dopo anni di silenzi e inerzia.

Il progetto della società Igi Poseidon S.A., per 50% dell’italiana Edison e 50% della greca Depa International Projects, è stato sviluppato a partire dal 2008 e prevede un investimento complessivo di 6 miliardi di dollari. Il gasdotto potrebbe trasportare all’anno fino a 12 miliardi di metri cubi di gas dei giacimenti israeliani all’Europa, passando per Cipro e Grecia.

Perpaolo Cariddi, sindaco di Otranto, la città come ha accolto il progetto?

«La comunità non ha creato problemi nella fase iniziale perché è stata resa consapevole ed ha partecipato alle scelte. Oggi, probabilmente anche alla luce dei rincari del gas, forse accetterebbe la presenza del gasdotto maggiormente di buon grado».

Perché non esiste ancora il gasdotto?

«Il gasdotto non è stato ancora realizzato perché mancano i contratti del gas. Questo gasdotto fu approvato prima di Tap solo che le lobby di Tap riuscirono ad ottenere il gas dall’Azerbaigian scavalcando così Igi-Poseidon che è rimasto sempre in una situazione embrionale. Adesso torna in auge perché, ragionando su una presenza di gas di fronte al Libano e ad Israele, questa fonte energetica differente da quella russa potrebbe diventare interessante in quanto si creerebbe un secondo approvvigionamento e non ci farebbe dipendere soltanto dalla Russia».

I suoi concittadini non sono contrari alla sua realizzazione?

«In realtà, quando fu presentato il progetto di Igi-Poseidon, una quindicina di anni fa, gli amministratori dell’epoca intervennero e imposero una serie di condizioni per concedere la compatibilità all’intervento. Per esempio, la cabina di misurazione sarebbe stata realizzata in un’area utilizzata nel passato per lo smaltimento delle terre di scavo de cantieri. L’area pertanto ha bisogno di un parziale intervento di bonifica prima di ricevere il nuovo edificio. E Poseidon si sta dedicando a questa attività».

Dove approderà il gasdotto?

«Fu preteso che il futuro ammaraggio del gasdotto avvenisse nello stesso punto in cui oggi abbiamo l’elettrodotto Italia-Grecia in modo tale da non avere ulteriori antropizzazioni, individuando un’area che dovrebbe essere utilizzata anche dal futuro porto turistico. Abbiamo inoltre imposto che il percorso segua parallelamente l’elettrodotto e le strade pubbliche in maniera tale da evitare che possa finire in zone di particolare pregio ambientale. Intorno alla centrale di misurazione, su un terreno di circa 2 ettari e mezzo rispetto ai 10 ettari di Tap, sarà anche piantumata una pineta e sistemato un muro di pietre a secco tipico del paesaggi rurali nostri per ridurre al minimo l’impatto ambientale».

Privacy Policy Cookie Policy