Nel Leccese
«Smart land, così Gallipoli si libera dall’etichetta di meta cafona»
Le riflessioni di Fernando Nazaro, vice presidente di Confindustria Turismo, sui progetti per il futuro turistico della «città bella»
GALLIPOLI - «Smart land», ovvero: «Un’idea da attuare, mirata anche a rimescolare le carte della comunicazione e “liberare” la Città Bella dall’etichetta di meta un poco arruffona e un poco cafona che d’estate le viene appiccicata a prescindere dalla verità e dalla realtà che vivono invece gli ospiti». È l’idea di Fernando Nazaro, 44enne imprenditore dei settori ittico e ricettivo e vice presidente di Confindustria Turismo Lecce, il quale punta a fare rete tra i centri del territorio per integrarne l’offerta turistica.
«So bene - dice - che in passato il territorio è stato attento a questo argomento, penso alla città policentrica di Pippi Nocera. Ritengo che adesso i tempi siano maturi per il coinvolgimento dei privati, allora assenti, ed anzi che debbano essere proprio gli imprenditori a spendere nuove energie e attualizzare anche proposte valide del passato raccordandole alle esigenze del presente».
Vuole fare un esempio pratico?
«La metropolitana di superficie. Non ha funzionato nella dimensione urbana. Va ripresa e trasformata nel collegamento tra l’aeroporto di Brindisi e il Salento, un assist necessario per la crescita turistica. E poi il riconoscimento Unesco del nostro patrimonio. Negli anni scorsi il professore Raffaele Coppola ha curato un prezioso lavoro d’indagine e di studio, ma tutto si è arenato. Credo che “Smart land” può dare le risposte che sono mancate in passato, coinvolgendo sia il territorio più ampio richiesto dall’Unesco, sia gli imprenditori che allora hanno forse ritenuto di poterne fare a meno».
C’è stata comunque l’esplosione turistica di Gallipoli e del Salento.
«Gli imprenditori più attenti sanno che occorre cambiare registro perché, se dovesse verificarsi una flessione, sarebbe molto difficile ricostruire un’immagine consona alle richieste del turismo, non dico di lusso, ma di classe, cui Gallipoli deve ambire. Deve essere un target più attento a Gallipoli-città d’arte e a ciò che può offrire, ad esempio favorendo il turismo lento e quello nautico».
In proposito, si può parlare di occasioni mancate?
«Nei giorni scorsi, nell’intervista rilasciata a "La Gazzetta del Mezzogiorno", il sindaco Stefano Minerva ha indicato il porto turistico tra gli impegni prioritari. A ben vedere, anche in questo settore serve l’interazione con il territorio per integrare l’offerta cittadina da proporre a diportisti e croceristi, e serve l’innovazione tecnologica, peculiare della smart land, come la disponibilità di un’app che informi sui servizi offerti ai diportisti, e non solo a loro. Aggiungo la semplificazione: é necessario sensibilizzare la classe politica alla necessità di una normativa che riconduca al codice del turismo attività che oggi ricadono sotto quello della navigazione, ed è questo uno degli impegni della Sezione di Confindustria presieduta da Giovanni Serafino».
Iniziative che richiedono tempi non brevi. E per la prossima stagione estiva?
«Ci son cose che si possono fare subito: valorizzare la nostra gastronomia e non limitarsi a servire piatti che sembrano privi di retroterra culturale; ricostituire l’osservatorio turistico, che il sindaco ha attuato negli anni scorsi, con lo stesso obiettivo di risolvere eventuali problematiche al loro profilarsi, o meglio ancora prevenirle, grazie al contributo di tutte le professionalità che ruotano intorno al turismo».
Per concludere, come immagina Gallipoli in un futuro prossimo?
«Accogliente, rassicurante, organizzata, sostenibile, hub turistico di qualità di un territorio vasto e ricco di tradizioni e di bellezze e hub marittimo dell’intero Salento».