Lotta al virus
Emergenza reparti anche a Lecce: «Scorrano doveva essere Covid»
Emiliano: colpa dei ritardi della Asl. I dati del Ministero: indice Rt sceso a 1.09
L’emergenza ospedali riguarda ormai l’intera Puglia, ma si è spostata - a sorpresa - al Salento. Oggi il ministero della Salute annuncerà i nuovi dati della cabina di regia, che portano (almeno) una novità positiva con l’indice Rt in calo da 1,24 a 1,09. È un segnale prospettico di raffreddamento dell’epidemia, che però non ha ancora avuto effetto sui ricoveri, tornati a salire ieri (2.115, +15) dopo la battuta di arresto di mercoledì.
Il presidente Michele Emiliano ha fatto il punto mercoledì sera con l’intera rete ospedaliera e con i direttori generali delle Asl. C’è un problema di disponibilità di posti a Lecce, dove i vertici della Regione hanno fortemente criticato quelli della Asl. Il problema riguarda il ritardo nell’attivazione dei posti covid previsti ormai da novembre: ne mancano all’appello circa 60 a Galatina (dove ne sono stati attivati solo 32 su 95), e non risulta mai conferito alla rete covid il presidio di Scorrano. Per questo ieri il Dipartimento salute ha scritto al direttore generale, Rodolfo Rollo, con l’ordine di provvedere a quanto già previsto così da evitare le situazioni di grave emergenza registrate al «Fazzi» per tutta la settimana: l’ospedale del capoluogo si è infatti ritrovato a dover reggere un carico eccessivo di accessi (è costretto a tenere anche 30-40 pazienti in Osservazione breve, a volte in corridoio, in attesa di poter disporre il ricovero) situazione segnalata ieri anche dai sindacati.
Per fare fronte a questa contingenza e lasciare i letti disponibili per l’emergenza pandemica, la Regione ha disposto che tutti i casi urgenti non covid debbano essere trasferiti - quando possibile - nelle cliniche private. Chi si presenta in Pronto soccorso verrà stabilizzato e, se possibile, ricoverato in una struttura convenzionata. A Bari (dove si concentra un terzo dei ricoveri totali della Puglia) gli ospedali sono ugualmente in sofferenza, ma per il momento reggono la quota di attività ordinaria (da tre settimane la Regione ha sospeso i ricoveri in elezione) anche se il boom del covid viene sostenuto in buona parte grazie ai privati: Villa Lucia di Conversano (salita a 60 letti), Mater Dei di Bari (verso quota 50) e Miulli di Acquaviva (120 letti che dovrebbero aumentare ulteriormente). Anche a Lecce potrebbero entrare nella rete altre due strutture private con una sessantina di nuovi letti.
Gli ospedali dovranno reggere il boom di ricoveri per almeno due-tre settimane. La corsa dei contagi - secondo la Regione - andrà avanti almeno fino alla seconda-terza settimana di aprile, quindi il raffreddamento dei casi gravi potrà arrivare soltanto dopo. L’altra sera nella riunione in videoconferenza Emiliano ha chiesto alle Asl di utilizzare di più - e meglio - anche le Usca, le Unità speciali per la continuità assistenziali che dovrebbero monitorare l’andamento del covid per i casi meno gravi: «I medici delle Usca - ha detto Emiliano - devono andare a fare i controlli a casa delle persone e non devono stare in ufficio, altrimenti chi ha bisogno continuerà ad andare in ospedale e gli ospedali non ce la faranno».