Il caso

Lecce, minorenne incinta dopo l’abuso sessuale? Nei guai un 23enne

Pierangelo Tempesta

L'indagato raggiunto dall’avviso di conclusione delle indagini

LECCE - Avrebbe violentato in due occasioni una ragazza minorenne, una volta in campagna e un’altra volta in casa. E in seguito al secondo rapporto sessuale, la giovane sarebbe rimasta incinta.
Una vicenda dai contorni sordidi su cui ora ci sarà un processo a fare piena chiarezza. Un 23enne di Gagliano del Capo dovrà quindi difendersi dall’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata dalla minore età della vittima. Per questi capi di imputazione il giovane è stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal sostituto procuratore Donatina Buffelli, pubblico ministero titolare dell’inchiesta.
L’indagato avrebbe bloccato fisicamente la vittima e, impedendole di opporre resistenza, l’avrebbe costretta in due occasioni - stando alle accuse - a consumare rapporti sessuali contro la sua volontà. Il primo episodio risalirebbe al mese di agosto dello scorso anno. Il giovane avrebbe condotto la ragazza, all’epoca dei fatti ancora minorenne, nelle campagne di Gagliano del Capo e, vicino ad un casolare disabitato, avrebbe - sempre stando alle accuse presenti nel provvedimento di avviso di conclusione delle indagini - violentato la giovane dopo essersi munito di anticoncezionale. Il tutto nonostante le urla disperate della ragazza e i suoi tentativi di divincolarsi.

Il secondo episodio, invece, risalirebbe al mese di dicembre. Nel corso di un incontro a casa della ragazza, in un Comune distante diversi chilometri da Gagliano del Capo, l’indagato avrebbe afferrato la vittima per le gambe e l’avrebbe violentata sul divano della sua cameretta, anche questa volta nonostante i tentativi della giovane di allontanarlo. Ed è in seguito a questo secondo rapporto sessuale - stando a quanto ipotizzato a seguito delle indagini svolte - che la ragazza sarebbe rimasta incinta. Per cui sarebbe stata costretta - se le accuse fossero accertate al termine del processo - a fare i conti anche con una gravidanza indesiderata, oltre che con le sofferenze causate dalle presunte violenze subite.
L’indagato, che è difeso dall’avvocato Cosimo Casaluci, ha venti giorni di tempo per presentare le sue memorie, produrre documenti o depositare atti relativi a indagini di parte eseguite dal proprio difensore. Il 23enne potrà anche chiedere di presentarsi dinanzi al pubblico ministero per rilasciare dichiarazioni spontanee o per essere interrogato.

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