la denuncia
Lecce, favole horror e graffi su bimbi dell’asilo: indagata maestra
Le indagini sono scattate dopo l’esposto di una madre
LECCE - Una maestra di scuola materna, è indagata per metodi educativi giudicati non “ortodossi” da alcuni genitori dei bambini. La docente avrebbe evocato, per tenere buoni i piccini, mostri, draghi e gatti morti, protagonisti di racconti dell’orrore. Ma nella denuncia di una madre si parla anche di lividi ed ecchimosi su un bimbo di 5 anni.
I fatti in una scuola materna di una cittadina del sud Salento. La maestra sarebbe originaria di Gallipoli ed è finita nell’occhio del ciclone in seguito alla denuncia presentata ai carabinieri da una mamma. La signora, come ogni genitore attento, ha seguito la crescita del bambino e, nel marzo scorso, si è accorta di un repentino cambio di atteggiamento del piccino durante l’anno scolastico. Ciò sarebbe avvenuto in concomitanza con l’arrivo, in classe, di una nuova maestra. Non solo un cambiamento psicologico, con la riluttanza a recarsi a scuola. La donna, infatti, in alcune occasioni ha rilevato sul volto graffi ed ecchimosi. In una circostanza la donna si è accorta di un rossore diffuso che, secondo lei, non poteva essere stato causato da un compagno di giochi ma dalla mano di un adulto. Ma i genitori, oltre ad accorgersi che spesso il bimbo tornava dolorante a casa, si rendono conto che ogni volta che tentano di abbracciarlo, il piccino si protegge il volto, come per difendersi. Da chi e da cosa? La “chat delle mamme” fa il resto. Proprio durante la comunicazione con altri genitori la donna scopre che anche in un’altra famiglia si avverte lo stesso problema. Così, ad una ulteriore situazione di dolore e disagio del bambino, la donna effettua un accesso nell’ospedale gallipolino dove ne esce con un referto che conferma la presenza di un graffio sotto l’occhio e diverse ecchimosi alle gambette. A quel punto parte la denuncia che finisce in procura.
Una situazione molto complessa. Il Gip Giovanni Gallo decide per l’incidente probatorio “per avere una narrazione dei fatti” più vicina all’epoca in cui si sono verificati. Un cosiddetto ascolto protetto attraverso cui raccogliere la testimonianza proprio dalla voce diretta dei bambini. Tre, in particolare, due maschi ed una femminuccia. Tecnicamente si chiama perizia psicodiagnostica e viene condotta da specialisti, in genere psicologici. L’ascolto dei piccini verrà effettuato nei prossimi giorni in una sala attrezzata per la registrazione che si trova nel Tribunalei mi per i norenni. Sarà l’occasione per chiedere ai bimbi delle eventuali botte ma anche di questi strani racconti “educativi”, ma a forza di immagini horror.