Compostaggio
Salento, nessuna emergenza rifiuti: Regione chiede aiuto sindaci
Parla l'assessore regionale all'Ambiente Stea: «Difficile realizzare impianti»
«Non parlerei di emergenza rifiuti nel Salento. Invece chiedo ai sindaci collaborazione: lunedì ho chiesto un incontro con l’Anci ed vertici di Ager perché l’obiettivo è quello di risolvere i problemi». L’appello arriva dall’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Stea, dopo le proteste (ne riferiamo a parte) legate all’utilizzo della stazione di trasferenza di Galatone da parte di quattro Aro della Provincia di Lecce (6, 7, 8 e 11).
La situazione attuale, fa sapere la Regione, prevede che nelle prossime settimane, provvisoriamente, una parte della frazione organica dei Comuni del leccese sia conferita in alcuni impianti del Nord, un’altra parte in Calabria. Sulla questione dei costi di trasferimento fuori dalla Puglia - aggiunge - la Regione rassicura sindaci e cittadini, garantendo sostegno ai Comuni con risorse disponibili del bilancio regionale, per sopperire ai maggiori costi. A questo proposito rileva Stea - chiedo ai sindaci di avere un atteggiamento collaborativo, perché le difficoltà sono sempre dietro l’angolo. La questione dei rifiuti è complessa, il deficit impiantistico non nè solo pugliese ma nazionale e spesso la difficoltà di realizzare impianti è dovuta anche ai fronti e ai comitati di protesta che si aprono movunque, laddove vengono individuati i siti».
E a questo proposito interviene anche Gianfranco Grandaliano, responsabile dell’Ager (Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti). «Per il Salento - dice - l’allarmismo è ingiustificato, le criticità sono soprattutto su Brindisi, più che altro per un problema logistico. Attualmente - spiega - una parte della frazione organica prodotta nel Salento, fra cui a Lecce, va a Manduria, nell’impianto Eden 94, altri comuni vanno nell’impianto Progeva (Laterza) ed un’altra parte in Calabria, a Rende, dopo essere transitata per la stazione di trasferenza “cave Marra” di Galatone». Grandaliano aggiunge, al riguardo, che quello di “Cave Marra” è l’impianto di trasferenza che gli stessi Aro salentini hanno individuato e che la frazione organica lì stoccata transita poi nell’impianto calabrese di Rende per il trattamento vero e proprio.
Ciò che invece non registra progressi, a quanto pare, è l’individuazione di nuovi siti per la realizzazione degli impianti pubblici di compostaggio, quelli per i quali la Regione ha già a disposizione dei fondi. Risorse, tuttavia, inutilizzate per l’assenza di “candidature” da parte di Comuni o consorzi di Comuni. Un problema probabilmente legato alla dimensione degli impianti da ubicare, con capacità di trattamento intorno alle 50mila tonnellate con recupero di energia da biogas. Una prospettiva che in un certo senso scoraggia le comunità proprio per gli effetti che potrebbero derivare dal trattamento di grandi quantità di rifiuto organico.
«Non ci è stato fatto sapere più nulla», spiega il commissario Ager rispetto a nuovi siti eventualmente candidati agli impianti. «Non ci sono più opzioni che provengano dal Salento, dopo il venir meno di quelle di Soleto, Nardò e Melpignano». In quest’ultimo Comune si parla, invece, di un modello di minore impatto, un “compost community” calibrato sulle esigenze della comunità locale.