Accadde oggi
Il «Gran Premio di Bari». La crisi del turismo in Puglia
Sull’edizione della «Gazzetta» del 15 luglio 1983, invece, si annuncia una «stagione turistica decisamente nera» per il nostro territorio
«Tutta Bari un rombo di motori» titola «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 13 luglio 1947. «Per la prima volta su un circuito di Puglia sfrecceranno i bolidi rossi di più nazioni. Eppure l’automobile, l’eroica «vettura senza cavalli», ha celebrato or non è molto il suo giubileo (50 anni). Eppure la vettura da corsa può risalire, fiera e orgogliosa dei suoi giganteschi progressi, la corrente di sette od otto lustri! Bari, soltanto oggi, accoglie sulle sue strade illuminate dal più bel sole, costeggiate dalle onde del verde Adriatico, benedette dalla natura e dal lavoro, i campioni del volante, i protagonisti di mille e più avventure ardimento e su tutti i circuiti del mondo, quegli atleti dal cuore forte e dai nervi d’acciaio per i quali già sventolano le patrie bandiere sulla torre del castello legnoso».
È la prima edizione del Gran Premio di Bari, la gara automobilistica voluta dall’Automobile Club del capoluogo pugliese, presieduto dall’avv. Franco Chieco, e sostenuta dal suo primo cittadino, Vito Antonio Di Cagno. «Quella bandierina a scacchi bianchi e neri che tra qualche ora, alle 10.30, sarà abbassata dal Sindaco della città, avrà un duplice significato: sarà il via per le 8 macchine, sarà il via perché Bari si slanci ancora, sorretta dal lavoro, dalla tenacia, dalla operosità, dalla capacità dei suoi figli, sulle vie delle manifestazioni internazionali, sportive e commerciali, turistiche ed economiche, sociali ed industriali. Sarà il via per una Bari sempre più grande!», scrive Pietro De Giosa. A pochi anni dalla fine della guerra, in tutto il Paese e anche nel Mezzogiorno, si è in pieno spirito di Ricostruzione: la prospettiva della partenza del piano Marshall, da poco annunciato, apre nuove possibilità. In Puglia si comincia a parlare di industrializzazione e si torna ad investire sulla vocazione commerciale dei suoi abitanti: poche settimane dopo, nel settembre 1947, ripartirà anche la Fiera del Levante dopo un’interruzione di sei anni a causa del conflitto.
Nella calda estate di settantasei anni fa ecco prendere forma il grande evento sportivo: il circuito, dalla scenografia unica, si snoda tra lo Stadio della Vittoria, la Fiera e il lungomare. Il ruolo di direttore della corsa è affidato a Renzo Castagneto, organizzatore della storica Mille miglia. Tante le adesioni di campioni di fama internazionale. Il brasiliano Chico Landi dichiara: «Un circuito veramente bello, uno uguale non ho visto altrove». Grande assente Tazio Nuvolari, che inizialmente aveva assicurato la sua partecipazione: i due nomi più quotati sono Achille Varzi e Consalvo Sanesi, entrambi al volante di un’Alfa Romeo. Alla guida di una Maserati ci sarà anche una donna: la misteriosa Madame Itier. «Centomila spettatori acclamano Varzi vincitore del Primo Gran Premio di Bari» titola il quotidiano il giorno dopo: al di là del trionfo quasi scontato del pilota piemontese, storico rivale di Nuvolari, il risultato più eclatante è il successo della manifestazione che diventerà un appuntamento fisso fino al 1956 e proietterà la Puglia in una dimensione internazionale, non solo in termini sportivi, ma anche economici, turistici, sociali.
Sull’edizione della «Gazzetta» del 15 luglio 1983, invece, si annuncia una «stagione turistica decisamente nera» per il nostro territorio. Michele Cristallo firma un reportage sulla situazione in una delle località costiere oggi più ambite della Puglia e che quarant’anni fa poteva ancora definirsi “pressoché incontaminata”. «I livelli delle presenze a Monopoli toccano indici preoccupanti. Di turisti, in questo primo scorcio di luglio ne sono venuti pochi, il 40 percento in meno rispetto a luglio 1982». Insomma è crisi: nei villaggi turistici, negli alberghi sulla costa e in quelli in collina, nei camping. «Colpa della crisi generale che ha investito l’economia nel nostro Paese?» si chiede Cristallo. Ma a mancare sono soprattutto gli stranieri: «Non c’è un sostegno adeguato delle istituzioni. Abbiamo la sensazione di essere abbandonati alle nostre limitate risorse», si lamentano gli imprenditori locali. «In una parola il turismo pugliese non ha ancora imboccato la via della programmazione», è la sentenza del cronista: in quarant’anni, pur con problemi ancora aperti e mille contraddizioni, la situazione sembra essersi completamente ribaltata.