Accadde oggi
I fascisti preparano la marcia su Roma
Nel ‘22 la difficile trattativa con Giolitti
È il 19 ottobre 1922: «Giolitti tratta coi fascisti per la costituzione del futuro Ministero» titola il «Corriere delle Puglie». Il Governo Facta è in crisi: non è la prima volta che accade dall’inizio del suo mandato. Il braccio destro di Giolitti era diventato capo del governo nel febbraio 1922, dopo la caduta del ministero Bonomi.
A luglio, dopo le difficili giornate degli assalti fascisti e delle occupazioni dei municipi in tutto il Paese e il conseguente sciopero generale indetto dai socialisti, Facta è stato costretto alle dimissioni. Riesce poco dopo a ottenere la fiducia per un nuovo governo, che appare fin da subito, tuttavia, ancora più precario del precedente.
Mentre lo squadrismo fascista non accenna a interrompersi e Mussolini minaccia continuamente una «marcia su Roma», rientra in campo, pertanto, Giovanni Giolitti. Sul fronte opposto vi sono grandi novità. All’inizio del mese di ottobre si è svolto, infatti, il XIX Congresso del Psi, che ha sancito definitivamente la scissione tra «massimalisti» e «riformisti», guidati da Turati: è nato, così, il Partito socialista unitario italiano, di cui è eletto segretario Giacomo Matteotti. Di questa rivoluzione all’interno del Partito si discute in seconda pagina sul «Corriere» nella lunga intervista ad Arturo Vella, deputato socialista di origini siciliane, eletto alla Camera nel 1919 nel collegio di Bari. Vella ha subìto, proprio nel capoluogo pugliese, nel corso della violenta campagna elettorale per il voto del maggio 1921, l’aggressione delle squadracce guidate da Giuseppe Caradonna, capo del fascio di Cerignola e uno dei maggiori esponenti del fascismo agrario pugliese.
Sul Psui così si esprime Vella: «L’aggruppamento politico che si va ora a formare attorno a Filippo Turati e che comprende uomini di alta rettitudine e di non comune preparazione, inizierà una nuova era nella politica italiana e tenterà il ripristino di un periodo di libertà e l’inizio di una democrazia ampiamente sociale». E sul fascismo: «Io non temo il fascismo come fenomeno storico: a parte gli eccessi di violenza da tutti ormai deplorati, e che indubbiamente cesseranno non appena Mussolini sarà al Governo (senza ahimè essere dittatore!), il fascismo in sostanza ancora un programma non ha e non riesce a definirsi».
Mentre sulla stampa, però, il capo del fascismo si mostra disponibile a trattare per l’assegnazione di alcuni ministeri (alla sua richiesta di sei «portafogli», Giolitti sembra disposto a concedere soltanto due) inizia a prender piede l’idea di far scoppiare una crisi extraparlamentare e di prendere il potere con la forza. Iniziano i preparativi della marcia su Roma.