LA RUBRICA
Burocrazia e governo, infuria la doppia crisi
L’appuntamento giornaliero con Annabella De Robertis che ci riporta indietro nel tempo
BARI - Consumatasi la crisi di governo che ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio Bonomi, il re Vittorio Emanuele III dà avvio, al Quirinale, ai colloqui con le maggiori cariche dello Stato e gli esponenti dei gruppi politici. Il primo ad essere ricevuto dal sovrano è l’on. Giolitti, il quale, alla proposta di assumere l’incarico del nuovo governo, pone come condizione la partecipazione di Orlando e De Nicola ad un ministero di concentrazione. Svanita questa possibilità, la crisi si fa più profonda: «La crisi ministeriale non è che indice di un malessere più vasto[…] essa è indice che il Parlamento è lontano ed estraneo ai bisogni del Paese e che una incomprensione reciproca e irremissibile esiste», conclude il direttore Azzarita.
L’altra crisi: la riforma burocratica L’articolo di spalla del quotidiano è una lunga intervista all’onorevole Matteotti, uno dei più alacri e competenti membri della Commissione parlamentare per la riforma dell’Amministrazione dello Stato. Solo due anni più tardi, il socialista di Fratta Polesine, dopo aver denunciato le violenze e i brogli commessi dai fascisti nella campagna elettorale, verrà rapito e ucciso da sicari legati a Mussolini.
La Puglia ha già registrato, tra i suoi figli, il primo deputato vittima dello squadrismo: l’onorevole Giuseppe Di Vagno, anch’egli socialista, assassinato a Mola il 25 settembre 1921.
Il «Corriere» riporta la cronaca dettagliata del primo giorno di udienza del processo, celebrato presso la Corte di Assise di Bari, per l’assassinio di un contadino di 16 anni, il cui cadavere era stato ritrovato nel novembre 1919 nel centro urbano di Casamassima. I 5 imputati, giovani tra i 15 e 17 anni, comparsi davanti alla Corte, avrebbero compiuto il feroce reato per appropriarsi del denaro vinto dalla vittima a carte.
Se è vero che il Mezzogiorno non è tenuto dal Governo nella stessa considerazione del Settentrione, è anche vero che di molte comodità, che sono anche necessità, noi manchiamo per colpa esclusivamente nostra. Con questa parziale assunzione di colpa, distante dal tono lamentoso che caratterizzerà le polemiche nord-sud fino ai giorni nostri, si apre la denuncia della mancanza di una rete fognaria a Brindisi: questa grave situazione, scrive il cronista, si deve alla particolare distribuzione urbanistica della città, che in alcuni punti si trova ad un solo metro sul livello del mare, ma soprattutto alla scarsa volontà da parte del Comune di concepire un progetto adeguato.