Il «Blasco» a Catanzaro, in un bagno di 400mila fan, la Woodstock italiana

CATANZARO - «E'una pagina della storia». Vasco Rossi non riesce a trattenere l'emozione arrivando nell'area di Germaneto di Catanzaro attrezzata per lui e per la prima Woodstock italiana.
Sceso in elicottero nello spazio della sede della Protezione civile, il Blasco si è fatto largo a fatica, a bordo di un pullman, tra la moltitudine di fan che a piedi raggiungono l'area. Poi, arrivato dietro il palco, un'occhiata veloce prima di dare vita ai soliti riti preconcerto, ma che gli dà immediatamente la sensazione di qualcosa di incredibile. Intorno alle 19, secondo gli organizzatori, erano già 250mila i suoi fan. Ma le strade di accesso brulicano ancora di auto, pullman e moto. Gli organizzatori avevano parlato di 300mila presenze, la polizia rilancia con 400mila ragazzi da tutt'Italia. Ed il totale finale non si discosterà molto da questa stima, se addirittura non la supererà.

«Questo mio progetto di realizzare un concerto gratuito nel Sud Italia - ha ribadito la rock star - finalmente si realizza, grazie alla Regione Calabria, alla Provincia ed al Comune di Catanzaro».

Ancora una volta i fan del Blasco gli hanno testimoniato tutto il loro infinito amore: «perché Vasco? Perché è unico, è il più grande, è un mito».
Un amore viscerale, sincero, totale. Un amore che si è manifestato in mille modi nei tanti anni di carriera dell'artista emiliano e confermato e sottolineato oggi a Germaneto per il concerto gratuito che chiude il tour «Buoni o cattivi».
Un sentimento testimoniato dalle centinaia di chilometri fatti per esserci, dalle ore passate ad attendere, incuranti del cielo scuro e della pioggerella della mattina. Alla fine anche il tempo ha dovuto arrendersi all'energia di Vasco e del suo popolo e nel pomeriggio il cielo si è schiarito ed ha fatto la sua comparsa il sole. La sera si appresta anche ad essere illuminata dalla luna.
Un amore testimoniato dalle decine di striscioni e cartelli. Impossibile contarli tutti. Tra quelli più vicini al palco si poteva leggere: «Sei la nostra dipendenza», «Una trasferta per te è stato fantastico, Torino-Catanzaro», «Senza te la migliore musica è il silenzio», «Con la chitarra ci hai fatto sognare» fino ad arrivare a «Vasco sei Dio» e «Sei più di un padre».

«Perché Vasco? Perché oggi è il compleanno della mia amica - dice un ragazzo proveniente da Bari -. Perché un'altra mia amica non ha trovato il biglietto per il concerto in Puglia, perché mi piace. Ognuno ha il proprio perché». Una frase che ben sintetizza lo spirito che ha sempre caratterizzato le canzoni di Vasco, fatte di riferimenti personali, di temi del privato che fanno parte del tessuto sociale. Testi che non contengono messaggi e dove ognuno si identifica a modo suo. Ed il popolo di Vasco è questo: giovani, giovanissimi, ma anche adulti che dalle canzoni del Blasco hanno ricevuto sempre qualcosa.

L'attesa del concerto scorre veloce. Il popolo della Woodstock italiana canta, balla e si esalta quando l'elicottero della Protezione civile passa per permettere agli operatori tv ed ai fotografi di riprendere lo scenario dall'alto. E quando sul palco salgono i primi gruppi di accompagnamento a Vasco, l'entusiasmo sale ancora. Cominciano i Meat for Dogs e Verdiana, un gruppo ed una cantante locali; poi è la volta di Simone a riscaldare l'immensa platea. Chiudono Irene Grandi e gli Articolo 31 e con loro il popolo di Vasco si esalta. Viene trascinato in attesa che dal fondo del palco arrivi lui, il «Mito, il più grande».

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