Flotilla: fermate 40 barche, attivisti verso Ashdod. La Camera vota: ok condizionato al riconoscimento della Palestina
È il primo bilancio dell’operazione lanciata nella serata di mercoledì, e protrattasi nelle ore seguenti, dalla Marina israeliana per fermare la spedizione internazionale organizzata per portare aiuti umanitari nella Striscia
L’Idf ha abbordato e preso il controllo di 40 barche della Global Sumud Flotilla; alcune sono ancora in navigazione, ma lontane dalle zona di intercettazione. Secondo i media turchi, una, la Mikeno, avrebbe 'bucatò il blocco entrando nelle acque di Gaza. Nega Israele, affermando che nessuna delle imbarcazioni della flottiglia è riuscita a raggiungere le acque controllate al largo della Striscia. È il primo bilancio dell’operazione lanciata nella serata di mercoledì - e protrattasi nelle ore seguenti - dalla Marina israeliana per fermare la spedizione internazionale organizzata per portare aiuti umanitari nella Striscia.
Al momento, ha comunicato in mattinata il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sono 22 gli italiani fermati e «stanno tutti bene». I circa 400 attivisti della Gsf dovrebbero arrivare a breve nel porto di Ashdod ed in serata nella struttura detentiva di Ben Sheva, per essere poi espulsi. Oggi gli ebrei celebrano lo Yom Kippur, il giorno dell’espiazione.
Il Flotilla Tracker, sito che mostra sui radar le posizioni di tutte le imbarcazioni in viaggio, evidenzia che la quasi totalità delle 44 unità sono state intercettate o "presumibilmente intercettate», tranne 4: la turca Mikeno, che appare vicina alla costa di Gaza, le due barche che forniscono supporto legale, la Shireen e la Summertime-Jong, che hanno puntato il timone verso Cipro e la Marinette che si trova più indietro rispetto alle altre. ancora distante dal punto di intercettazione. Dalle 13 circa il sito non è più raggiungibile.
Gli incursori della Shayetet 13 sono saliti a bordo delle imbarcazioni umanitarie e ne hanno preso il comando senza incontrare resistenza da parte degli attivisti. Ora sono in viaggio verso il porto di Ashdod, a circa 40 km a nord della Striscia. «Secondo le informazioni disponibili, raccolte attraverso l’Unità di Crisi, che sta seguendo passo dopo passo la situazione, tutti i nostri connazionali sono in buone condizioni», ha informato Tajani. Le rappresentanze diplomatiche "assisteranno tutti gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio, ha assicurato.
Già domani potrebbero esserci le prime partenze per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele, probabilmente dopo aver firmato una dichiarazione in cui ammette di aver violato le acque di Tel Aviv. Per gli altri, ha informato Tajani, «le autorità israeliane sono intenzionate a fare un unico provvedimento giudiziario di espulsione coatta. Li trasferirebbero lunedì 6 e martedì 7 all’aeroporto di Ben Gurion e con due voli li manderebbero in due distinte capitali europee». Per ora «hanno chiesto Madrid e Londra, ma vedremo. Non credo che i voli arriveranno in Italia». Secondo i legali della Flotilla, «sembra improbabile» che gli attivisti «paghino per i voli di rimpatrio e che su questo abbiano spese a loro carico».
L'AULA DELLA CAMERA: OK AL RICONOSCIMENTO CONDIZIONATO DELLA PALESTINA
L’Aula della Camera ha approvato con 175 voti a favore, 7 astenuti e 108 contrari la prima risoluzione (più corposa) presentata dalla maggioranza su Gaza, che oltre al sostegno al piano Usa prevede di «attivarsi per riconoscere lo Stato palestinese a condizione che Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania». Dieci gli impegni contenuti, tra questi anche «proseguire nelle azioni volte a garantire il rapido e sicuro rientro degli attivisti a bordo» della "Flotilla»