Sabato 06 Settembre 2025 | 16:39

Benvenuti nel mondo di The Bloody Mary: magazine poliedrico con «sangue» pugliese

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

Benvenuti nel mondo di The Bloody Mary: magazine poliedrico con «sangue» pugliese

Ecco chi sono Jesy e Uliana, ideatrici di questa rivista indipendente e sperimentale è stata fondata nel 2019 e nel corso degli anni si è fatta spazio nell’editoria di nicchia

Domenica 14 Aprile 2024, 07:23

BARI - Arte, moda e fotografia: un cocktail di contenuti di valore rigorosamente su carta. Benvenuti nel mondo di The Bloody Mary Magazine, rivista cartacea indipendente e sperimentale italiana - fondata nel 2019 da Jesy Moliterno e Uliana Sgura, una designer ed una stylist di origini pugliesi - che nel corso di questi anni si è fatta spazio nel mondo dell’editoria di nicchia.

Grazie alla sua forte componente visual qui vengono presentati progetti fotografici e artistici di giovani professionisti, in collaborazione con alcuni brand emergenti: obiettivo gettare luce su nuove forme e stili nel mondo del fashion.

(In foto Uliana Sgura e Jesy Moliterno)

«Il progetto The Bloody Mary ha origine nel 2019, dal nostro incontro e dall’unione dei nostri mondi di riferimento, design e moda, per la voglia e necessità di creare un mezzo tangibile di comunicazione - spiegano Jesy Moliterno e Uliana Sgura - l'idea nasce davanti ad un bloody mary, il nostro drink preferito, in un momento catartico che ci ha portato a decidere di dare un nome ed una forma alle nostre idee. Ispirandosi appunto al nome del famoso drink, ma anche alla storia della regina sua omonima, con uno stile gotico ma contemporaneo e trasversale. Un progetto editoriale con un approccio non solo creativo, ma anche di studio e sartorialità, motivo della cadenza annuale. Ogni numero viene cucito attorno al concetto scelto seguendo un fil rouge che accompagna il lettore tra immagini, testi, introspezione, approfondimenti o scoperte. Il risultato è una rivista da assimilare, analizzare, ma anche un prodotto visual stimolante da cui lasciarsi ispirare, un oggetto d’arredo, una memoria da custodire».

In tre parole come descrivereste The Bloody Mary Magazine?

«La prima è eclettica, perché non si tratta di una rivista settoriale. Spaziamo tra più ambiti con cura e curiosità, mescolando la moda alla filosofia, l’esoterismo al design, il passato al presente, senza mai perdere di vista l’estetica che per noi è un importantissimo ingrediente, nonché la seconda parola che caratterizza The Bloody Mary. Estetica non è superficialità, ma, come in filosofia, dottrina della sensibilità, esperienza del bello, capacità di sentire fondamentale per l’esistenza umana. Ultima parola: profonda. Una volta scelto il tema, questo viene affrontato non solo in termini creativi e visivi, ma anche di analisi e studio approfondito, sviscerato e poi declinato negli ambiti di interesse. Vogliamo che sfogliando le pagine e leggendo sia inevitabile provare qualcosa, interfacciandosi con i propri sentimenti».

In un mondo che va alla velocità della luce sul web, perché la scelta di una pubblicazione stampata su carta?

«Per la tangibilità. Siamo entrambe fiere accumulatrici, ci piace conservare e collezionare cose. La forma e presenza fisica di un oggetto ha un importantissimo ruolo nella percezione, nei ricordi e nella quotidianità di una persona. Un oggetto è una data, un profumo, una matericità, uno stimolo visivo. Sicuramente nel 2019 la nostra scelta è stata un po’ in controtendenza, o perlomeno la tendenza l’ha anticipata».

In che modo scegliete il tema da dare ai vostri numeri e come lo sviluppate?

«Il primo step per decidere nome e tema è un processo piuttosto inconscio, a cui segue una fase di analisi e metabolizzazione per capire come ramificarlo. Sicuramente la tematica deve interessarci in prima persona, deve smuoverci qualcosa, deve essere un terreno fertile e avere potenziale comunicativo. La numerologia gioca anche un ruolo importante nella scelta, in quanto ogni pubblicazione è accompagnata dal suo relativo numero cronologico di uscita, che viene proprio spiegato in apertura nel suo significato metaforico. Per esempio, il nostro numero #0 rappresentava un punto di partenza, il numero #1 invece la genesi, il numero #2 la dualità tra passato e futuro. Il tutto sta poi nel trovare connessioni, nel fare ricerca, nel decidere la tipologia di progetti da inserire, gli shooting fotografici da realizzare, l’estetica da seguire, sviluppando tutto con la massima coerenza, visiva e di contenuto».

Qualche nuovo progetto in cantiere?

«Abbiamo da poco cominciato a trasportare il nostro mondo in una dimensione ancora più fisica, iniziando ad organizzare degli eventi dedicati per creare una connessione ancora più tangibile tra noi, quello che facciamo, le persone coinvolte, i lettori. Abbiamo in programma degli eventi su Milano e recentemente abbiamo dato una Private Dinner in Puglia, che è stata per noi un modo di creare, attraverso la nostra visione, qualcosa di diverso, interattivo, esperienziale, celebrando un percorso impegnativo ma gratificante. Con l’obiettivo di rimanere fedeli a quanto abbiamo creato, ma evolvendo il progetto seguendo nuove strade, nuovi stimoli e ispirazioni».

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