il caso
«Magistrati eversivi», Emiliano: la Procura di Roma senta Crosetto
Le polemiche sulle parole del ministro della difesa che ha accusato i giudici. Il presidente della regione: «Sul pnrr accertamenti doverosi»
BARI - «Ho stima di Crosetto, non mi sembra uno che abbaia alla luna. Se le dichiarazioni sono queste il reato si chiama attentato a organi costituzionali che verrebbe commesso dai magistrati. La procura di Roma deve ascoltarlo immediatamente». Da ex pm, anche Michele Emiliano entra nella polemica sul ministro della Difesa, Guido Crosetto, che domenica ha accusato la magistratura di costituire un «grave pericolo per la tenuta del governo» e di voler orchestrare un complotto: «A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese, mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee».
Parole che da giorni infiammano il dibattito politico, tanto che ieri il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha chiesto «che vengano fugati sospetti e ombre»: Crosetto - ha detto «non deve lasciare che le sue parole cadano nel vago. Se c’è da chiarire lo faccia, nei modi che preferisce». Ma per Emiliano «Crosetto, che è persona seria, dovrebbe essere sentito immediatamente dalla Procura di Roma e dovrebbe riferire da chi ha sentito queste cose e di cosa sta parlando».
Il presidente della Regione ha parlato del tema delle indagini sulla gestione dei fondi europei, su cui ieri era intervenuto anche il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ricordando che gli accertamenti circa l’utilizzo dei fondi Pnrr sono di competenza dell’Eppo, la nuova Procura europea. «Nel Pnrr - ha detto Emiliano ieri - è accaduto qualcosa di gravissimo che noi stiamo denunciando da tempo: siccome non erano nelle condizioni di spendere il Pnrr come era stato strutturato nella sua versione originaria», i ministri hanno tolto i soldi a Regioni, Comuni e ministeri e «hanno investito del compito di spendere i soldi una serie di aziende che noi chiamiamo di Stato ma che aziende sono, alle quali hanno messo in mano decine di miliardi di euro. E adesso queste aziende devono fare da stazione appaltanti. Questa cosa ci ha consentito di cogliere gli obiettivi ma non è la stessa cosa se le gare le fanno i ministeri, i Comuni o le aziende. Sono cose diverse Non vorrei che Crosetto avesse intuito che qualcuno sta cercando di controllare questa roba, non vorrei che fosse questo. Se cosi fosse non si può sfuggire a questo accertamento. È normale che la magistratura vada a guardare».
Il ministro ieri ha provato a chiudere le polemiche con un post su X: «Se interessati - ha scritto Crosetto -, incontrerei molto volentieri il presidente dell’Associazione magistrati Santalucia ed il suo direttivo per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis». Anche dai vertici di via Arenula è arrivato il tentativo di smorzare i toni: «Il ministro Nordio era a conoscenza dell’intervista di Guido Crosetto?“Che io sappia no, non ne abbiamo minimamente parlato, non ne ho proprio idea. Io l’ho appresa come tanti dai giornali», ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Ma la questione non è destinata a placarsi a breve. I deputati di opposizione hanno chiesto che Crosetto vada a riferire in Parlamento sulle sue parole di domenica. Oggi intanto verrà valutata la richiesta del Pd di ascoltare il ministro in commissione Antimafia.