Sabato 06 Settembre 2025 | 09:09

Dl Sud, 532 emendamenti: la Zes unica in aula il 27

 
Nicola Pepe

Reporter:

Nicola Pepe

Dl Sud, 532 emendamenti: la Zes unica in aula il 27

La governance non si tocca, resta a Roma. Fitto: risparmi per 1,5 mln

Venerdì 13 Ottobre 2023, 10:05

Pioggia di emendamenti al DL Sud che rivoluziona il meccanismo della erogazione dei fondi per la Coesione ma soprattutto istituisce la Zes unica. Alla Commissione bilancio della Camera dove è approdato il testo lo scorso 27 settembre sono pervenute 532 proposte emendative: due terzi dall’opposizione (196 solo dal Pd), un terzo dalle forze maggioranza (87 Forza Italia, 64 Lega, 23 Fratelli d’Italia e 5 da Noi moderati). Il calendario dei lavori del decreto (il brindisino Mauro D’Attis, Forza Italia, è uno dei relatori) prevede entro lunedì 16 la dichiarazione di ammissibilità degli emendamenti, tra il 17 e il 18 le segnalazioni da parte dei Gruppi per ridurre il numero delle proposte (relatori e governo hanno tempo fino all’ultimo minuto per presentare emendamenti), per poi passare alle votazioni in commissione a partire dal 23. Il testo dovrebbe approdare per la votazione, alla Camera, il 27 ottobre e poi passare in seconda lettura al Senato (forse con la fiducia).

Occhi puntati, ovviamente, sulla Zes unica, la cui governance che prevede una struttura unica a Roma dovrebbe restare immutata: scompaiono le figure gli 8 commissari - i cui risultati sono stati ritenuti «non eccezionali» dal ministro Fitto - e tutti i poteri saranno accentrati su una struttura di missione guidata da un coordinatore. Nella relazione di accompagnamento al testo, e come ribadito dallo stesso Fitto, la nuova struttura costerà 8,2 milioni, con un risparmio di 1 milione e mezzo di euro all’attuale governance che prevede una spesa di 9,7 (oltre agli 8,8 milioni delle strutture vanno aggiunti i compensi degli 8 commissari).

La nuova Zes unica sarà operativa a partire dal 1 gennaio 2024 con gli attuali commissari fino al passaggio di consegna alla struttura di missione; prevede che presso gli sportelli unici delle attuali strutture commissariali possano essere inoltrate le istanze da parte delle singole imprese che vorranno presentare investimenti e accedere ai benefici fiscali (tra cui il credito di imposta e la decontribuzione) e un iter amministrativo accelerato. La novità più importante è che mentre fino al 31 dicembre i vantaggi valgono solo sui territori attualmente perimetrati in aree Zes, dal 1 gennaio tutte le 8 regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna) diventeranno area Zes.

Una esplosione di superficie (coinvolti oltre 2500 comuni, una popolazione pari al 40% di quella nazionale) che ha fatto arricciare il naso a più di un addetto ai lavori. Con la nuova governance non ci saranno più rapporti territoriali ma l’interlocutore sarà direttamente Roma. Sul punto, il ministro Fitto ha chiarito che l’obiettivo è quello di avere un automatismo, cioè «un qualcosa che funziona per tutti e non un qualcosa che funziona per qualcuno». Insomma, nessuna discriminazione per chi ha possibilità di avere «relazioni dirette» rispetto ad altri meno... fortunati.

Sull’entità del credito di imposta si attende invece il decreto di Fitto entro la fine dell’anno: nella bozza del decreto era prevista una dotazione di 1,5 miliardi euro che probabilmente diventeranno 2,1 visto il credito di imposta riconosciuto nel 2022. Dote finanziaria a cui si aggiungerà il miliardo previsto come misura del PNRR, piano di cui la Zes unica dovrebbe rientrare nell’ambito della proposta rimodulazione alla Commissione. Ma un quadro più chiaro si avrà con la Legge di bilancio.

Se al testo sarà apportata qualche modifica, dunque, questa di certo non riguarderà la governance sulla quale il ministro non intende fare un passo indietro. Non è escluso che venga garantito qualche presidio territoriale (come previsto nella relazione del testo e come auspicato nelle audizioni parlamentari) per attività istruttorie, dunque meramente operative e non «politiche» per intenderci. Il correttivo potrebbe arrivare con lo stesso decreto oppure con il Dpcm che detterà le regole di funzionamento della Zes unica.

Fitto ha chiesto in queste ore ai commisari una relazione sull’attività svolta da inviare entro il 18, tra cui lo stao di avanzamento delle opere PNRR che vede il Mit in difficoltà per il raggiungimento di alcuni target che potrebbe costringere a un definanziamento. E nel frattempo la struttura di Palazzo Chigi sta valutando i costi di una serie di consulenze attivate dai singoli commissari, non tutte ritenute ormai più pertinenti o utili alle attività istituzionali come fanno trapelare fonti ministeriali.

Sul punto, il decreto legge parla di cessazione dei contratti attivati dall’Agenzia per la Coesione territoriale a favore dei commissari, anche se in realtà le consulenze sono state contrattualizzate da Eutalia, circostanza che potrebbe far pensare a una proroga. Ma alchimie letterali a parte, forse si va verso una valutazione caso per caso in funzione delle necessità. Ci sono alcune strutture che sinora hanno operato solo con consulenti esterni (e non con personale della pubblica amministrazione) e che, in assenza di questi e di dipendenti pubblci, sarebbero costrette a non poter continuare l’attività dal 1 gennaio. Così come in altre strutture potrebbero esserci alcune figure tecniche indispensabili per proseguire l’attività secondo il decreto in questa fase transitoria. Per altre, evidentemente ritenute non più necessarie e funzionali al nuovo progetto Zes, potrebbe arrivare lo stop nelle prossime settimane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)