il caso

Parco d'Abruzzo, stasera nuova ricerca dei cuccioli dell'orsa Amarena. La rabbia del prete animalista di Brindisi

La loro mamma è stata uccisa a fucilate la scorsa sera a San Benedetto dei Marsi

PESCARA - È in programma stasera il nuovo tentativo di catturare i due cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra sera a San Benedetto dei Marsi: a confermarlo è la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrella.
«Ieri sera sono stati avvistati - ha spiegato - e hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quasi certamente un veterinario e una biologa».

PRESIDENTE REGIONE ABRUZZO: «LA REGIONE SI COSTITUIRA' PARTE CIVILE»

«Confermo la volontà della Regione di costituirsi parte civile nel processo che seguirà, ma nello stesso tempo condanno le minacce e le intimidazioni che hanno raggiunto l’autore colpevole di questa uccisione, minacce che hanno costretto le forze dell’ordine a istituire un servizio di sorveglianza a tutela della sua incolumità. A un atto incivile non si risponde con la barbarie». Lo ha scritto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, sul suo profilo Facebook a proposito di quanto accaduto dopo l’uccisione, avvenuta giovedì sera, dell’orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi.

«LASCIATELI LAVORARE PER RITROVARE I CUCCIOLI»

Marsilio, sul suo profilo Facebook, coglie occasione per ringraziare «carabinieri forestali e guardiaparco per l’encomiabile attività che stanno conducendo, e invito tutti a non recarsi sul posto senza giustificato motivo: il modo migliore di contribuire al ritrovamento e alla messa in sicurezza dei cuccioli è quello di lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili».

«Ho sentito il generale Giampiero Costantini comandante dei carabinieri forestali in Abruzzo - spiega nel post - e il direttore del Parco nazionale Luciano Sammarone. Forestali e guardiaparco sono impegnati giorno e notte nel tentativo di rintracciare e catturare i cuccioli di Amarena per metterli in salvo. I cuccioli sono stati avvistati ma purtroppo non è facile prelevarli, sono troppo giovani per essere narcotizzati». «La presenza di troppe persone che si stanno recando sul posto - conclude - pur con la lodevole intenzione di collaborare alle ricerche o per semplice curiosità, rende più complicata questa operazione già difficile».

Anche il sindaco del Comune di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ha emesso un’ordinanza ad effetto immediato per il divieto di avvicinamento agli esemplari di orso bruno marsicano al fine di avvistarli e fotografarli, filmarli e di illuminarli.
Inoltre l’ordinanza dispone il divieto di avvicinarsi alle squadre specializzate impegnate nella ricerca su tutto il territorio al fine di evitare il disturbo dello svolgimento delle operazioni di ricerca; è vietato infine alimentare gli esemplari di orso bruno marsicano in qualsiasi modo. Il sindaco invita tutta la popolazione a collaborare con le forze dell’ordine, rimanendo a casa senza attivarsi autonomamente. 

COMANDANTE CARABINIERI DI AVEZZANO: «MESSE TRAPPOLE CON IL CIBO»

«Stiamo facendo delle ricerche a tappeto per ritrovare i due cuccioli di orso, la priorità è ritrovarli al più presto: parliamo di animali di 5-6 mesi, non sono autonomi nel procurarsi il cibo, venivano ancora allattati dalla madre Amarena, e poi sono anche facile preda di animali selvatici, o anche di branchi di cani randagi, perché  non hanno ancora le potenzialità per potersi difendere». A spiegarlo è il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese. 

«La ricerca non è nemmeno semplice - ha aggiunto il capitano Strianese - perché i cuccioli escono preferibilmente nelle fasce di orario serali o notturne, quindi quando c'è minore visibilità, di giorno vanno a nascondersi anche perché sono spaventati dai rumori. Sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perché essendo cuccioli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti». 

LA RABBIA DI DON COSIMO SCHENA DA BRINDISI

All’indomani dell’uccisione in Abruzzo dell’orsa Amarena, arriva anche l’anatema di un esponente della Chiesa. Don Cosimo Schena, sacerdote molto sensibile al tema degli animali, autore fra l ‘altro di un fumetto con al centro due amici a quattro zampe che già era intervenuto con un appello per salvare la mamma orsa Jj4, è sceso in campo anche per la vicenda di Amarena. Chiedendo tolleranza zero per chi compie “reati contro la fauna selvatica”.
“L’uccisione dell’orsa - ha scritto via social il sacerdote brindisino - è un grave atto di violenza e un duro colpo per la conservazione della specie. Amarena era un’orsa simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e la sua morte è una perdita inestimabile per tutti gli appassionati di natura”.
Il sacerdote animalista ritiene “insostenibile” la difesa dell’uomo che ha ucciso Amarena: “Era una femmina adulta e non aveva mai dimostrato aggressività nei confronti degli esseri umani. Inoltre, l’uomo che ha sparato era fuori dal Parco nazionale, in una area in cui non era autorizzato a farlo. L’uccisione di Amarena è un chiaro esempio di come la convivenza tra uomo e natura sia ancora difficile è problematica”. Don Schena osserva: “L’uccisione di Amarena è una tragedia, ma deve essere anche un monito per tutti. Dobbiamo impegnarci a proteggere la natura e a garantire la convivenza pacifica tra uomo e animali”. Il sacerdote chiede di “rafforzare le sanzioni per chi commette reati contro la fauna selvatica”.
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