FONDI EUROPEI
Pnrr, Decaro difende i Comuni «Rimodulare? Noi siamo nei tempi»
Il presidente Anci: perché spostare le nostre risorse? Attendiamo di incontrare il Governo
«Non c’è ancora un atto con il quale il governo sposta le risorse dai Comuni, 13 miliardi, al RePowerUe e quindi alle grandi aziende di Stato, a partire dall’Enel e dall’Eni. C’è una ipotesi dell’esecutivo che va in questa direzione. Per questo auspico che sia chiarito il motivo di questo spostamento perché i Comuni non sono affatto in ritardo nella programma della spesa dei fondi del Pnrr»: Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale Anci, non è (ancora) in vacanza, e alla «Gazzetta» spiega le ragioni dell’inquietudine dei sindaci per l’ipotesi di spostamento delle risorse del Piano di resilienza destinati alle municipalità.
«Questi miliardi - 13 dei 16 che potrebbero andare al Repower - vengono da tre piani - prosegue Decaro entrando in un profilo tecnico - legati al Ministero dell’Interno: il piano urbano integrato, il piano di rigenerazione urbana, e quello delle piccole e medie opere che prevede interventi di efficientamento energetico e sul dissesto idrogeologico da sei miliardi». Sul piano metodologico l’Anci aveva altre aspettative: «Avremmo auspicato un confronto progetto per progetto nel momento in cui emergevano profili di incompatibilità».
Un incontro con il ministro Piantedosi, però, c’è già stato: «Gli ho chiesto di discutere i quattordici piani urbani integrati delle Città metropolitane e gli abbiamo dimostrato che abbiamo impiegato risorse per il 94,5%. Senza dimenticare che abbiamo tempo fino a settembre. Il prossimo mese siamo in condizione di aggiudicare il 100% delle gare… Ora alcuni piani sono passati anche ad Invitalia. Per le piccole e medie opere ci sono due miliardi e mezzo già spesi».
Dalla maggioranza però si risponde che tra i progetti dei Comuni c’è «qualche ringhiera da aggiustare» che non rientra nel Pnrr: «Non so di che ringhiera parliamo. Ma i progetti sono stati comunque vidimati dai ministeri. Realizzare un giardino in una zona periferica è in linea con il piano europeo. Poi resta la disponibilità a spostare le risorse dei progetti in ritardo».
Il nodo però è la nuova copertura dei progetti non più garantiti dai miliardi del Piano di resilienza: «Firenze sta aspettando i soldi della ristrutturazione dello stadio Franchi, esclusi dal Pnrr, da due mesi e mezzo. Per questo chiediamo chiarezza sul perché sono state spostate le poste previste per questi interventi destinati ai Comuni. Anche perché, ribadisco, non è vero che siamo in ritardo. Alcuni ministeri non hanno ancora fatto i progetti di pertinenza...».
La dialettica con il governo, di contro, resta accesa: «Non da parte mia. A me interessa portare a casa il risultato, ovvero realizzare i progetti per le nostre comunità. Non mi sorprende lo spostamento ma l’entità dello spostamento previsto: ben tredici miliardi mentre pensavamo fossero in discussione solo alcune opere». Da Palazzo Chigi? «Il ministro Piantedosi ci ha ascoltato e ha preso l’impegno di trovare le risorse, vogliamo sapere perché ce le stanno togliendo. Prima dicevano che i Comuni non avevano personale, poi c’erano dubbi sui risultati dei Comuni più piccoli e di quello del Sud. Dalle critiche sui tempi si è passati ora alla valutazione della compatibilità».
L’Anci chiede dunque risposte per la possibile incertezza che emergerebbe dalla rimodulazione: «Per Bari c’è lo stanziamento di 13 milioni per il parco Fibronit. Metterlo in discussione ha già alimentato le proteste dei comitati e dei famigliari delle vittime dell’amianto», chiosa.
Tirando le somme il dialogo è l’arma indispensabile per ricomporre il mosaico: «Lunedì ho visto Piantedosi. Nei prossimi giorni incontreremo il governo. Siamo disponibili anche ad andare a Bruxelles per chiedere quali sono le opere comunali che non vanno bene». Ma da Palazzo Chigi cosa si attendono i sindaci in definitiva? «Quando sposteranno le risorse del Pnrr sul Repower, vogliamo conoscere contestualmente le nuove coperture. Tanti dirigenti delle ragionerie comunali frenano, per la paura di un blocco come nel caso dello stadio a Firenze, o di fronte all’ipotesi di fare debiti fuori bilancio. Riconosco anche che sugli asili il governo è intervenuto celermente, stanziando ulteriori 300 milioni per quelli di nuova realizzazione, dopo le osservazioni ricevute da Bruxelles».
Nel frattempo che fanno gli amministratori locali? «Io dico ai sindaci di continuare a spendere. Le risorse non sono state tolte. L’operazione-rimodulazione avverrà a settembre-ottobre quando ci sarà il via libera dell’Ue alle richieste del governo», conclude Decaro.