La notizia
Anno giudiziario, i sindacati diserteranno cerimonia a Lecce per sottolineare condizioni di lavoro
I sindacati confermano di essere aperti al confronto «sempre auspicato e sollecitato, non solo a livello nazionale ma anche nell’ambito del distretto di Corte d’Appello»
Le segreterie territoriali Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa di Lecce, Brindisi e Taranto non saranno presenti all’inaugurazione dell’Anno giudiziario come forma di protesta per sottolineare le condizioni di lavoro del personale giudiziario, «costantemente in emergenza e in affanno, mal retribuito, mal gestito, poco valorizzato e spesso e volentieri vessato e mortificato». Lo comunicano le tre sigle sindacali in una nota. Si tratta, proseguono, di «donne e uomini che operano quotidianamente tra difficoltà di ogni genere», cioè «in assenza di mezzi adeguati, di spazi a norma, di rispetto delle norme e degli istituti contrattuali e con un organico assolutamente insufficiente ed anagraficamente condizionato dall’età», ma nonostante questo «garantiscono un servizio costituzionalmente previsto». I sindacati confermano di essere aperti al confronto "sempre auspicato e sollecitato, non solo a livello nazionale ma anche nell’ambito del distretto di Corte d’Appello». Le sigle elencano anche le maggiori criticità, che riguardano la situazione logistica " che non permette al personale di lavorare in spazi e condizioni decenti», la distanza degli uffici giudiziari dai cittadini, la perdita dell’economia indotta nei Comuni che hanno subito la chiusura degli uffici giudiziari, la perdita dei posti di lavoro pubblici e privati. I sindacati denunciano anche «la precarietà di rapporti di lavoro», la carenza del personale, le «circa diecimila progressioni economiche in favore dei lavoratori della Giustizia rimangono inspiegabilmente bloccate» in Italia e numerose vertenze aperte: da quella relativa agli uffici giudiziari, a quella sul personale informatico, fino a quella che coinvolge i lavoratori precari «che investe non soltanto gli operatori giudiziari a tempo determinato rimasti esclusi dalla stabilizzazione, ma tutti i lavoratori assunti con i fondi del Pnrr».