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Dopo le elezioni: il derby in salsa pugliese

 
Alessandra Colucci

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Alessandra Colucci

Dopo le elezioni: il derby in salsa pugliese

Oltre Fitto, Ronzulli in pista per Sanità o Istruzione. E Sisto attende

Martedì 11 Ottobre 2022, 13:17

Donne sì, donne no: nel governo che va nascendo, per quanto riguarda la Puglia, al momento si stanno facendo esclusivamente nomi maschili, ma le donne? Al centro delle indiscrezioni per un posto nell’esecutivo c’è, da giorni, la senatrice Licia Ronzulli, fedelissima di Silvio Berlusconi, che, tra le altre cose, Forza Italia aveva candidato capolista proprio nell’unico collegio plurinominale pugliese (ma è risultata eletta nell’uninominale in Lombardia).

In un primo momento, per lei si era parlato della delega alla Sanità, su espressa volontà dello stesso Cavaliere, scelta che, però, secondo le indiscrezioni, aveva fatto storcere più di un naso, qualcuno ipotizza persino della stessa premier in pectore Giorgia Meloni. Ieri, dopo giorni di trattative, è spuntata l’ipotesi dell’Istruzione, per cercare l’accordo in tempi rapidi e smussare gli angoli, almeno i più acuminati. Ronzulli, per adesso, è chiusa nel più stretto riserbo, non rilascia dichiarazioni ufficiali, declina gentilmente le richieste di farlo mentre il conto alla rovescia per la presentazione della lista dei ministri è entrato nella fase più «calda» e le trattative si fanno più incalzanti. L’eventuale nomina di un’altra donna potrebbe avere ricadute sulla compagine pugliese di «papabili» la presidente del Senato uscente, Elisabetta Alberti Casellati è il nome che Berlusconi avrebbe indicato per il ministero della Giustizia. Ministero per il quale, in un primo momento, era stato fatto il nome di un altro fedelissimo del Cavaliere ovvero Francesco Paolo Sisto, avvocato barese di chiara fama, deputato di lungo corso, confermato parlamentare e che ora rischia di veder sfumare il ministero (con Fitto sarebbero 3 pugliesi nell’Esecutivo, un po’ troppi).

Il «derby» sulla Giustizia potrebbe avere il meloniano ex magistrato Carlo Nordio come vincitore. «In questo momento si tratta di indiscrezioni giornalistiche» taglia corto la deputata uscente della Lega Anna Rita Tateo. Tateo era stata candidata alle spalle di Matteo Salvini nel listino del Senato ma l’elezione dello stesso leader proprio in Puglia non le ha permesso il salto da Montecitorio a Palazzo Madama. “Stiamo parlando di nomi che si sentono nei corridoi romani – precisa – perciò non posso capire e comprendere quale possa essere la squadra di governo”. Squadra nella quale, come Tateo ha avuto modo di ribadire più volte, le Lega certamente “saprà valorizzare le donne che ha”. D’altra parte, “la Lega – aggiunge – è stata una, se non l’unica forza politica che ha candidato anche delle donne”. Il riferimento è alle elezioni regionali degli scorsi anni e, in primis, punta su Donatella Tesei, da tre anni governatrice in Umbria, esponente di rilievo del Carroccio. Ma non solo. Tateo ricorda anche che “purtroppo non abbiamo vinto né la Toscana né l’Emilia Romagna – continua, facendo riferimento alle Regionali del 2020 che hanno visto sconfitte le leghiste Susanna Ceccardi e Lucia Borgonzoni – perché i cittadini di quelle regioni hanno scelto altro, però Matteo Salvini – puntualizza - ha sempre puntato sulle donne ed è fondamentale questa cosa, secondo me”.

Ora resta da capire se la stessa deputata uscente sarà della partita di governo, magari con un incarico minore, come qualcuno vocifera: «Io sono una militante – spiega – lo ero, lo sono e lo sarò, quindi sono sempre a disposizione del partito, qualsiasi cosa mi chiederanno io ci sarò e questo ovviamente il mio leader lo sa, ma perché questo proprio fa parte della storia della Lega, cioé essere militante – precisa – il militante non chiede, ma è sempre pronto ad affrontare qualsiasi tipo di incarico». Anche in questo caso, la partita per le nomine è ancora tutta da giocare, ma il tempo stringe.

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