Il problema della denatalità
Scuola, non ci sono più alunni: la Puglia perde 10mila iscritti, numero in calo in tutta Italia
Confermati gli organici, ma contratti a tempo indeterminato soltanto per gli insegnanti di sostegno: in Puglia previsti appena 641 posti
Le culle vuote assottigliano il numero delle classi e infrangono i sogni di maestre e professori che inseguono il posto fisso. Così la denatalità si abbatte come una scure sulla scuola. Crolla il numero degli studenti in Italia e in Puglia. E crollano le speranze dei precari, condannati ad accontentarsi di una supplenza pur di aver salvo il posto di lavoro. In base alle stime del ministero dell’Istruzione, a settembre il calo sarà di 123mila unità su scala nazionale. La Puglia perde all’incirca 10mila iscritti. Una contrazione che porta il ministero a confermare il contingente degli organici oggi in servizio: ci saranno nuove assunzioni, ma limitatamente agli insegnanti di sostegno a cui viene affidato il compito di aiutare gli studenti diversamente abili nei percorsi di apprendimento e di crescita.
nuove assunzioni soltanto sul sostegno Commenta il segretario regionale della Flc-Cgil, Claudio Menga: «Il ministro Patrizio Bianchi, invece di mettere in cantiere politiche di riduzione dell’abbandono scolastico assegnando un organico aggiuntivo, si limita a combattere il sovraffollamento delle classi con una misura a costo zero che scommette sull’incremento della denatalità nel lungo periodo. L’unico aumento di organico previsto riguarda i posti di sostegno che guadagnano 641 unità, pari, secondo le nostre elaborazioni, a un decimo dei posti effettivamente assegnati in deroga lo scorso anno in Puglia, quando le 6.501 cattedre furono così ripartite: all’infanzia andarono 787 posti, alla primaria 2.647 posti, alla secondaria di primo grado 1.113 posti e alla secondaria di secondo grado 1.954 posti».
Menga fa i conti: «L’incremento atteso di 641 posti in organico di diritto del sostegno sarà così distribuito: le province Bari-BAT avranno 244 posti in più (a fronte di un fabbisogno di 2.697 posti ricevuti in deroga lo scorso anno scolastico); Brindisi avrà 78 posti in più (a fronte di 546 posti di fabbisogno); Foggia 123 posti in più (a fronte di un fabbisogno nel 2021/22 di 1.051 posti autorizzati in deroga); Lecce avrà 111 posti in più (a fronte dei 1.005 ricevuti in deroga lo scorso anno); Taranto avrà 105 posti in più (a fronte di un fabbisogno 2021/22 di 1.202 posti disponibili in deroga). Per il resto si tratta di una partita di giro. Sono 158 i posti di educazione motoria nelle classi quinte della scuola primaria (l’insegnante di ginnastica alle elementari è la novità) e 680 i posti utili ad abbassare il numero delle classi sovraffollate. È bene osservare, però, che non si tratta di posti nuovi e aggiuntivi rispetto allo scorso anno, ma di una diversa redistribuzione interna del personale docente: l’inevitabile conseguenza sta nel fatto che ci saranno maggiori difficoltà nel garantire una istruzione di qualità proprio nelle aree meno popolose o nelle realtà scolastiche più disagiate».
denatalità e migrazione all’estero Non è tutto. Spiega il segretario pugliese del sindacato: «È appena il caso di osservare che se al dramma della denatalità che sta colpendo la nostra regione si aggiunge il dato in ripresa dei flussi migratori verso l’estero – nel 2021 il saldo fornito dall’Istat è di +157mila, circa il doppio del 2020 e superiore anche a quello del 2019 - il quadro assume tinte fosche e preoccupanti».
La Flc-Cgil ribadisce la necessità di garantire, da settembre, almeno il ricorso all’organico Covid, che quest’anno ha impiegato 4.088 unità di personale aggiuntivo di cui 3.146 Ata e 942 docenti. Di qui l’appello inoltrato all’Ufficio scolastico regionale di farsi interprete di questa richiesta sindacale in sede di confronto con il ministero, anche in vista dell’emergenza umanitaria in Ucraina, che si somma a quella sanitaria. «Non c’è organico aggiuntivo dunque - conclude Menga - perché si abbassa il numero delle classi e si redistribuisce il personale già in cattedra».
i numeri e la stabilizzazione dei precari Da settembre in Puglia ci saranno 9.807 iscrizioni in meno così ripartite: meno 3.747 nelle province Bari e Bat, meno 1.031 nel Brindisino, meno 1.600 a Foggia, meno 1.915 a Lecce e meno 1.514 a Taranto. Alla luce di queste cifre, il ministero intende perciò confermare il medesimo organico, fra docenti e personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) in Puglia come negli istituti di tutta Italia. Nessun taglio, almeno per il 2022-2023, con l’obiettivo di alleggerire le classi pollaio in vista di una possibile ripresa dei contagi: la pandemia non si è conclusa. Il calo comunque ci sarà: il totale degli alunni nelle scuole statali di tutta Italia scenderà da 7 milioni e 407mila a 7 milioni e 284mila.
Però le proiezioni dell’Istat sono addirittura peggiori: l’Istituto nazionale di statistica prevede un ulteriore decremento di 726mila alunni nei prossimi cinque anni fra la popolazione di età compresa fra i 3 e i 18 anni. Forse un taglio degli organici, nel medio periodo, sarà inevitabile. Del resto nel Documento di economia e finanza (Def) per il 2022 l’andamento stimato parte da una riduzione di risorse destinate alla scuola pari a mezzo punto del Pil sempre nei prossimi cinque anni.
Con la diminuzione delle cattedre i docenti pugliesi che insegnano al nord, dove hanno accettato la sede della prima assunzione pur di firmare il contratto a tempo indeterminato, avranno poche possibilità di far rientro a casa.