LE PROPOSTE

«Scuola- integrazione per 9.000 bimbi profughi»

Michele De Feudis

Il deputato Lattanzio (Pd): non basta lo spontaneismo, bisogna formare chi accoglie

BARI - Cinque proposte di immediata realizzazione per la tutela dei minori profughi in arrivo all’Ucraina: sono state presentate alla Camera dal parlamentare barese Paolo Lattanzio del Pd e dal collega Paolo Siani.
Lattanzio, dall’emozione dell’accoglienza dei bimbi in fuga dalla guerra alla concretezza necessaria per accogliere. Come nasce il vostro progetto?
«Sono capogruppo dem in commissione Infanzia e ho proposto alla presidente Licia Ronzulli di avviare un dossier stabile con la possibilità di fare audizioni. Abbiamo già incontrato l’Unicef, il ministro Bianchi, Save the children, il garante per l’infanzia, Telefono azzurro e il ministero della Salute. Da questo lavoro emerge il nostro programma e la richiesta di incontro con il premier Draghi».
Ha conosciuto bambini venuti da Kiev?
«Sono stati accolti nel quartiere dove vivo a Roma. Giocano al parco con i miei figli».
Perché alla frontiera con l’Ucraina è necessaria una sorta di prima anagrafe?
«Molti bambini non solo i non accompagnati, arrivano senza documenti, con uno zainetto. Hanno solo un bigliettino e un contatto con i parenti. Bisogna censirli per evitare il rischio di tratta dei bambini, nonché avere informazioni per i futuri ricongiungimenti».
Che ruolo può svolgere un garante nazionale in una task force europea?
“Del tema finora si occupa il prefetto di Bologna, soprattutto dei minori senza genitori. Serve però una figura di raccordo degli interventi, dal fronte sanitario all’istruzione. Non bastano i volontari alle frontiere, ci vogliono professionalità specifiche e coordinate affinché chi parte dalla Polonia abbia chiaro il percorso di viaggio, i diritti e la sicurezza».
La mediazione è indispensabile per evitare traumi ulteriori.
«In ogni luogo dove entrano i bambini, dall’ospedale all’hub, ci devono essere spazi childfriendly e linguaggi a misura di bambino».
Come si forma il personale che accoglie?
«Bisogna lavorare sulle famiglie, ci vogliono figure specializzate nelle case e nelle scuole. Finora abbiamo accolto 9mila bimbi ucraini. Per questo ipotizziamo di coinvolgere molte maestre ucraine giunte da noi: potremmo introdurle nel mondo del lavoro, tra accoglienza e inserimento».
Con che budget?
«Abbiamo un aumento di 25mila posti nelle comunità per minori, mentre sulla scuola c'è un milione per la mediazione linguistica e culturale, risorse che bastano per i prossimi due mesi».
Nelle scuole?
«Il ministro Bianchi ha annunciato un progetto che prolunga all’estate la formazione linguistica per i bimbi profughi. Ma a settembre molti staranno ancora qui. Ci vogliono supporti come libri o tablet con programmi in doppia lingua e docenti che li guidino. Zelensky politicamente li vuole riportare in Ucraina, con una posizione politica, ma finché stanno qui dobbiamo tutelarli e garantire loro il prossimo anno scolastico, in attesa dei ricongiungimenti. L’emergenza bimbi profughi è una nostra priorità e diremo a Draghi che l’Italia ha le competenze per dare rapide risposte a questa crisi del mondo dell’infanzia».

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