Prezzi alle stelle

Rincari gas, energia e benzina la procura apre un'inchiesta. Il caro gasolio affonda la pesca

Antonio Galizia

Negli ultimi giorni il prezzo dei carburanti continua a salire, benzina e gasolio hanno superato i 2 euro al litro, ma anche gpl e metano continuano a salire, e la Procura di Roma ha iniziato ad indagare

Negli ultimi giorni il prezzo dei carburanti continua a salire, benzina e gasolio hanno superato i 2 euro al litro, ma anche gpl e metano continuano a salire, e la Procura di Roma ha iniziato ad indagare. A pochi giorni dalle parole del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani che, a proposito dei prezzi di carburanti ed energia, ha parlato di «colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini», la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine.

Si tratta di un procedimento al momento contro ignoti senza indagati e senza ipotesi di reato. «L'indagine è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabili» fanno sapere dalla Procura, ma i rincari non si arrestano.
«Senza ulteriori interventi c'è il rischio di rincari per il terziario di oltre il 160% e per il caro carburanti 21 miliardi di extra costi per il solo autotrasporto» è l'allarme lanciato da Confcommercio che chiede al Governo ulteriori misure fino al «ricorso allo scostamento di bilancio» per poter fare più debito pubblico da destinare ad «adeguati ristori» e ridurre «Iva e accise».
L'indagine della procura di Roma sarà ad ampio raggio e riguarderà tutta la filiera. Le organizzazioni dei consumatori, che stanno raccogliendo prove e documentazione a supporto dell'azione delle procure, chiedono il coinvolgimento della Guardia di Finanza e controlli nelle aziende.

Intanto, contro il caro gasolio, è partita dalla Sardegna la protesta contro il caro carburante dei tir. Dalle prime luci del giorno, decine di Tir si sono incolonnati, procedendo a 30 km all'ora, sulla Statale 131 - la principale arteria stradale che collega il sud al nord dell'Isola - per poi fermare la protesta con diversi presidi davanti ai porti e alle principali zone industriali. Una protesta pacifica, senza alcun blocco stradale, che anzi ha raccolto la solidarietà dei tanti automobilisti costretti a rallentare. «Se il prezzo del gasolio sale del 25/30% siamo già sotto. Ora siamo al 55% di aumento e per noi è impossibile andare avanti. Perdiamo 2mila euro al mese», è il grido di dolore di Giuseppe Pes, uno degli autotrasportatori che hanno protestato a Cagliari. Nei giorni scorsi la Commissione di garanzia aveva fermato lo sciopero nazionale dei Tir per «mancato preavviso», ma in Sardegna gli autotrasportatori si sono mossi autonomamente, senza sigle sindacali. E la protesta, spiegano, potrebbe continuare ad oltranza.

In Puglia, ieri i mezzi pesanti sono circolati normalmente in attesa delle decisioni che saranno prese dal Governo. «Così non si può lavorare e andare avanti. Chiediamo immediate risposte del governo», ha detto Giuseppe Riccardi, segretario di Unatras, l'unione dell'autotrasporto che raccoglie le sei sigle del settore tra cui Cna Fita. «Molto dipenderà dall'esito dell'incontro in programma oggi a Roma tra la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Teresa Bellanova e le organizzazioni del settore: sul tavolo ci sono per ora 80 milioni di aiuti».

«Dobbiamo individuare insieme all'intero settore, autotrasportatori e committenza, le soluzioni più adeguate per affrontare contestualmente all'emergenza le criticità strutturali di filiera», ha spiegato la viceministra.
Sull’impatto della guerra sull’economia, si è espresso ieri anche il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, arrivando all'Eurogruppo. «L'impatto economico della guerra in Ucraina sull'Ue non sarà insignificante, sarà serio, a causa dell'impennata dei prezzi delle materie prime, delle conseguenze dell'inflazione e anche per i costi fiscali che gli Stati membri affronteranno per la crisi energetica e la crisi dei rifugiati».

VERTENZA PESCA - Si è rotto il fronte delle marinerie dell’Adriatico. Ieri, da Ancona a Chioggia e Trieste, il 50% dei pescherecci ha ripreso il largo per gettare ancora una volta le reti in mare, nonostante il gasolio a 1,10 euro a litro. Di diverso avviso le marinerie pugliesi che hanno lasciato le barche nei porti in attesa dell’esito dell’ennesimo tavolo di confronto, quello tenuto ieri, nella sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura e alla Pesca, e in attesa del provvedimento ministeriale, promesso dal sottosegretario Francesco Battistoni, che preveda interventi sul caro-gasolio, la velocizzazione delle liquidazioni degli indennizzi e la costituzione di un tavolo di confronto.

Ieri mattina, come detto, la protesta è approdata sul tavolo dell’assessore regionale con delega alla pesca Donato Pentassuglia che, insieme ad alcuni consiglieri regionali, ha incontrato una folta delegazione di pescatori e di sindaci (presenti Giuseppe Colonna di Mola, Gianni Rotice di Manfredonia e Tommaso Minervini di Molfetta). L’assessore Pentassuglia ha riferito di essersi fatto carico delle istanze che provengono dal comparto e che la Regione Puglia ha avviato il suo pressing sul Governo per cercare soluzioni a questo problema che coinvolge centinaia di pescatori pugliesi e le loro famiglie (sono 1100 le imprese di pesca, 200 nel barese, coinvolte nella crisi con un indotto di 8 mila lavoratori ed una filiera di 6mila imprese) e assicurato che la Regione Puglia verificherà innanzitutto la possibilità di garantire alle marinerie un contributo integrativo per il gasolio ed il fermo tecnico richiesto.

«Abbiamo ascoltato le marinerie pugliesi - ha detto il consigliere regionale Francesco Paolicelli (Pd), presidente della commissione Agricoltura - e siamo in attesa che ci vengano trasmessi i dati effettivi del consumo di gasolio per i vari tipi di pesca. È nostro intento, previa autorizzazione da parte della Comunità europea, distrarre alcuni fondi della Misura 21 del Psr (quella prevista come sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e della piccole medie imporese colpiti dalla crisi di Covid) per ristorare le marinerie della differenza del prezzo del carburante che, a causa dei rincari, sono costretti a sopportare».

Al tavolo regionale anche il capogruppo di Fi, Stefano Lacatena: «La Regione si è impegnata a cercare le risorse per un contributo straordinario da stanziare per sostenere i nostri pescatori. In alternativa si potrebbe optare per un fermo pesca straordinario. Sono due strade percorribili e i prossimi giorni saranno utili per verificarne la fattibilità. I rappresentanti delle marinerie hanno espresso la loro voglia di continuare a lavorare senza “sopravvivere” con misure di natura assistenziale: per consentirlo, però, la politica deve dare un segnale concreto».

Privacy Policy Cookie Policy