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Acquaviva, l'eccellenza all'ospedale Miulli contro il cancro di pancreas e fegato

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

Eccellenza all'ospedale Miulli contro il cancro di pancreas e fegato

A colloquio con il prof. Memeo

Lunedì 20 Gennaio 2025, 07:01

Segnalata a livello nazionale, tra le altre di specifico rilievo, nell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, l’Unita Operativa Complessa di Chirurgia Epatobiliare e Pancreatica, Mininvasiva e Robotica diretta dal prof. Riccardo Memeo, Tra le patologie maggiormente trattate, sin dal 2020, figurano i tumori maligni del fegato, primitivi (epatocarcinoma, colangiocarcinoma) e metastatici (metastasi epatiche da neoplasia colorettale e neuroendocrina), i tumori delle vie biliari (colangiocarcinoma) e del pancreas (adenocarcinoma, tumori neuroendocini, tumori della papilla di Vater, metastasi), ecc.

Ogni anno, in Italia, si lamentano 14.000 nuovi casi di tumori del fegato, modesta prevalenza femminile al Sud e mortalità di poco meno di 10.000 persone. Per quanto riguarda il pancreas, i nuovi casi, per anno, sono 14.300 e 12.400 le vittime. Si tratta, in genere, di tumori ad esordio precoce che, se captati nella fase iniziale, possono essere domati.

«Importante – ci dice il prof. Memeo - la prevenzione, gli screening periodici per soggetti a rischio (familiarità, predisposizione genetica, alcolismo, fumo di tabacco, alcol, obesità (responsabile di oltre il 12% dei tumori), diabete e genetica. A causare il 25-30% dei casi è il tabacco, mentre il consumo di bevande alcoliche può far aumentare la probabilità - in 7 casi su 10 - di sviluppare una pancreatite cronica (in 7 casi su 10) capace di predisporre alla comparsa di grave neoplasia. Temibile anche dieta ricca di grassi animali e zuccheri raffinati».

La modalità di approccio nella Unità complessa del Miulli, si compone di accertamenti, valutazione multidisciplinare del paziente e avvio alla sala operatoria, previa valutazione responsabile pluridisciplinare della operabilità (spesso ci si trova già di fronte a metastasi). Il riconoscimento di alcuni campanelli di allarme e dei fattori di rischio sono fondamentali per diagnosticare tempestivamente questa patologia e renderla operabile. Una volta diagnosticato, questo tumore può essere sconfitto solo se preso in tempo.

La chirurgia, in questa Unità del Miulli, è, in buona parte robotica, articolata, di particolare impegno, con interventi di alta complessità e continuativo onere dell’equipe chirurgica, anestesiologica e di tanti altri cooperanti, personale infermieristico dedicato, per la durata di 7-8 ore o più per ogni intervento di questi organi. La degenza ospedaliera per questi pazienti si aggira, in media, tra 7 e 10 giorni. L’intervento chirurgico rappresenta la carta vincente, che deve poter disporre anche di collaterali terapie mirate e personalizzate.

Le possibilità di superare questi tumori, particolarmente aggressivi, (quello pancreatico è seconda causa di morte, dopo quello del polmone), è l’intervento chirurgico quanto più precoce possibile, il monitorare da remoto il paziente sia in fase pre- operatoria, sia nel corso della degenza, sia successivamente, con una presa in carico costante. Ne derivano risultati ottimi ma – precisa il prof. Memeo – «a fare la differenza è proprio un Centro di alta specializzazione che possa fruire di competenze specialistiche plurime (chirurghi dedicati, anestesisti, rianimatori, oncologi medici, radiologi, radioterapisti, diabetologi, endocrinologi, medici nucleari, anatomo- patologi, nutrizionisti, psicologi e terapisti del dolore)».

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