Musica e dintorni

Pearls & Discoveries

Livio Costarella

Scoperte e visioni sonore

Un’incisione diventa davvero significativa quando riesce a trasformare il repertorio in una narrazione sonora coerente e riconoscibile. Pearls & Discoveries, pubblicato dall’etichetta discografica Farelive, con protagonisti gli interpreti Antonio Tinelli al clarinetto e Yulia Moseychuk al pianoforte, appartiene senza ambiguità a questo percorso: un itinerario sonoro che attraversa il repertorio clarinettistico come una mappa emotiva, alternando pagine celebri a scoperte meno frequentate, con l’intelligenza di chi conosce profondamente la tradizione e sa come dialogare con il presente.

A consacrare il valore di questa incisione è arrivato un riconoscimento di peso internazionale: la medaglia d’oro ai Global Music Awards di Los Angeles, una delle competizioni più selettive del panorama discografico mondiale. Un premio che non si limita a certificare l’eccellenza tecnica, ma valuta l’impatto artistico complessivo, l’identità interpretativa, la capacità di lasciare un segno nell’ascolto. Essere tra i nove vincitori assoluti significa aver superato una selezione durissima, e colloca Pearls & Discoveries in una dimensione che va ben oltre i confini nazionali.

Antonio Tinelli, è un clarinettista pugliese di fama internazionale: docente al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, porta con sé una carriera costellata di successi in Europa, Estremo Oriente e Stati Uniti. La sua maestria tecnica e la sensibilità interpretativa si uniscono alla raffinatezza espressiva di Yulia Moseychuk, pianista russa che ha conquistato numerosi premi in concorsi internazionali in Finlandia, Austria, Russia e Italia, anche lei in servizio al Conservatorio di Bari. Due musicisti che condividono una lunga esperienza cameristica e che qui raggiungono una sintonia espressiva di rara trasparenza. Il loro dialogo non è mai gerarchico: il pianoforte non accompagna, ma respira con il clarinetto; il clarinetto non canta sopra, ma si innesta in una trama timbrica continuamente cangiante.

Il cuore del disco è affidato a pagine fondamentali del repertorio romantico. Nei Pezzi fantastici op. 73 e nelle Tre Romanze op. 94 di Robert Schumann, Tinelli evita ogni compiacimento virtuosistico, privilegiando un fraseggio nobile, inquieto, attraversato da quella fragile dialettica tra lirismo e ombra che abita l’universo schumanniano. Moseychuk scolpisce il tessuto armonico con tocco discreto ma incisivo, restituendo pienamente la dimensione intima di queste miniature.

Di tutt’altro respiro l’Introduzione e Rondò op. 72 di Charles Widor, pagina brillante e teatrale, dove il clarinetto si muove con eleganza tra slanci lirici e agili figurazioni, senza mai perdere il controllo del suono. Qui emerge con chiarezza la qualità tecnica di Tinelli, capace di coniugare canto e precisione, con straordinario senso della misura.

Il disco dialoga poi con il mondo dell’opera attraverso la Fantasia da concerto su “Rigoletto” di Luigi Bassi e la celebre cavatina Una voce poco fa di Rossini, proposta nella versione rielaborata dallo stesso Tinelli. Non si tratta di una semplice trascrizione, ma di un lavoro di reinvenzione timbrica, che mette in luce l’affinità naturale tra voce e clarinetto, sfruttandone la duttilità e l’ironia.

Tra le “scoperte” annunciate dal titolo spiccano Béla Kovács con “Sholem-Alekhem”, pagina di forte impatto teatrale e narrativo, e i contributi di Michele Mangani e Walter Farina, voci significative della scrittura clarinettistica contemporanea. Particolare rilievo assumono le due prime incisioni assolute: “Una voce poco fa” nella versione di Tinelli e “Quadro Pucciniano” di Farina, dedicato al Duo Tinelli-Moseychuk, omaggio esplicito alla loro cifra interpretativa.

La qualità del progetto è esaltata dalla cura fonica dell’etichetta Farelive, da anni punto di riferimento per le registrazioni di musica classica dal vivo: un suono definito, naturale, mai artificioso, che restituisce pienamente la complessità timbrica e dinamica degli strumenti.

Pearls & Discoveries - disponibile sui principali canali di distribuzione digitale e fisica - è anche una riflessione sul senso stesso del disco oggi: non semplice contenitore di brani, ma spazio critico, luogo di scelta e visione. Un lavoro che dimostra come l’eccellenza italiana sappia ancora parlare al mondo, quando interpretazione, repertorio e progetto culturale procedono nella stessa direzione. E quando la musica, senza proclami, trova la forza di raccontarsi da sola.

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