sipario

Il toro e la fanciulla: tutto nacque dal Mito

Pasquale Bellini

Seguiamo anche noi, insieme a Terzopoulos, il viaggio di Dioniso, dio del teatro, della vite e del vino

È trascorsa l’altro giorno, 27 marzo, la Giornata Mondiale del Teatro. Fu istituita dall’Unesco, su impulso dell’International Theatre Institute (ente fondato nel 1948), già a partire dal 1962. Ogni anno una illustre personalità dello spettacolo (drammaturgo, regista, attore/attrice) rivolge un messaggio che sia testimonianza e riflessione sul teatro e sulla cultura della pace da sempre al teatro collegata. Il primo “messaggero” fu nel 1962 Jean Cocteau, mentre il testimonial di quest’anno è il regista greco Theodoros Terzopoulos che alla fine del suo messaggio si chiede: «Può il teatro fungere da laboratorio per la coesistenza delle differenze, senza tener conto del trauma sanguinante costituito dalle guerre? Il trauma sanguinante ci invita a ricostruire il Mito... I riflettori del teatro possono far luce sul trauma sociale e smettere di gettare un’immagine fuorviante di se stesso... Domande innescate da Dioniso, che attraversa l’orchestra del teatro antico e continua il suo silenzioso viaggio da profugo, attraverso paesaggi di guerra, oggi nella Giornata Mondiale del teatro. Guardiamo negli occhi Dioniso, il dio estatico del teatro e del Mito, che unisce passato, presente e futuro, figlio di due nascite, da Zeus e da Semele, espressione di identità fluide, femminile e maschile, iroso e gentile, divino e animale, in bilico tra follia e ragione, ordine e caos, un acrobata sul crinale tra la vita e la morte. Dioniso pone una domanda ontologica fondamentale: qual è il senso di tutto questo?». 

Seguiamo anche noi, insieme a Terzopoulos, il viaggio di Dioniso, dio del teatro, della vite e del vino (con la sua ebbrezza a contraddire il raziocinio lucido e limpido di Apollo) un viaggio da Oriente verso Occidente, così come sempre da Oriente a Occidente ha viaggiato ogni “sol dell’avvenire”, compreso il messaggio di Cristo & C., impastato di corpo e anima, di vino, pane e sangue.

Il Mito classico (ah, questi Greci, sempre ineluttabilmente contemporanei!) ci fa intravedere, come in un film di memoria ancestrale, ad affiancare Dioniso e le sue maschere tragi/comiche sul volto mobile, il viaggio anche della povera Europa, trascinata dalle spiagge della Fenicia anche lei verso Occidente, sul dorso (udite udite!) di un candido toro. Il candido toro è, manco a dirlo, il solito Zeus in uno dei suoi famosi travestimenti, finalizzati alla solita seduzione di una ragazza. Mentre Dioniso percorre laggiù le terre, piano piano da Oriente a Occidente (insieme alla coltivazione delle vite!) e ci insegna a “fare teatro” della realtà, lassù se ne trasvola Zeus il rapitore e violentatore, candido toro da monta, con quella Europa, donna-terra da conquistare e fecondare. 

Et voilà, mesdames et messieurs, eccovi servita (di domenica!) anche la Nascita della Tragedia, con Nietzche che concilia (ci prova!) furore e razionalità, armonia apollinea ed ebbrezza dionisiaca. Fra uno stupro e l’altro, fra una guerra e l’altra. Anche nella Giornata del Teatro non possiamo che contemplare, con una nostra disillusa ma lucida “allegria di naufragi”, la consueta Guerra dei Mondi.

Privacy Policy Cookie Policy