L'inchiesta
Tap, il gip chiede una perizia sul progetto a «spezzatino»
di Fancesco Oliva
LECCE - Una super perizia nell’inchiesta sul gasdotto Tap. Tre consulenti nominati dal gip dovranno pronunciarsi sull’impatto ambientale del metanodotto in fase di costruzione a Melendugno. Il giudice Cinzia Vergine ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. L’11 aprile verrà conferito l’incarico a tre consulenti di primissimo piano per spessore professionale: Fabrizio Bezzo, professore associato di Impianti chimici del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova; Davide Manca, professore associato del Dipartimento Cmic del Politecnico di Milano e Lionello Maria, professore ordinario e tutela del paesaggio presso il Politecnico di Milano.
L’incidente probatorio si svolgerà in contraddittorio, in modo tale che si possa formare la prova prima di un eventuale processo. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra gli sindaci (che avevano presentato l’esposto in Procura) e i loro difensori, con il coinvolgimento dei tecnici della Regione per fare il punto sulle strategie difensive e sulle nomina dei consulenti di parte che parteciperanno alla perizia. Ovviamente anche Tap (divesa dall’avvocato Paola Severino) potrà procedere con la nomina di propri tecnici.
Tre i quesiti su cui dovranno pronunciarsi i super periti: verificare i motivi tecnico-amministrativi per i quali il gasdotto, pur risultando funzionalmente unitario, sia stato frazionato in due progetti (quello Tap che riguarda solo il tratto del metanodotto fino a Melendugno e quello Snam per la connessione alla rete nazionale); se l’unitarietà del progetto e la conseguente valutazione sull’impatto ambientale e dei rischi per l’incolumità pubblica comportimp una stima diversa con particolare riferimento all’eventuale superamento della soglia massima di 50 tonnellate prevista dalla legge Seveso; se infine l’unitarietà del progetto e la conseguente valutazione unitaria dell’impatto ambientale e dei rischi per l’incolumità pubblica comportino la qualificazione di Tap e dell’area Snam come punto di consegna del gas.
Nelle scorse settimane la multinazionale aveva depositato alcune memorie, rimarcando il fatto che la questione era stata già valutata da due pronunce del Tar e una del Consiglio di Stato che avevano escluso l’applicazione delle direttive Seveso (quelle che qualificano gli impianti industriali soggetti al rischio di «incidente rilevante»). Tale punto, però, viene affrontato dal gip che sottolinea come il pronunciamento dei giudici amministrativi «non condiziona il dato sostanziale di rilevanza penale attinente all’impatto ambientale e alla tutela della salute pubblica», alla luce delle modifiche apportate al progetto iniziale.