Corte dei Conti

Sprechi, condanne per 40 mln € ma alla fine incassati solo 1,2 mln

Lo scorso anno la procura della magistratura contabile ha presentato richieste di risarcimento per 32 milioni e ottenuto sequestri cautelari per 29

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - Aumenta il numero delle citazioni, resta alto il numero delle condanne ma - a dispetto di danni milionari - le amministrazioni pubbliche riescono a recuperare pochissimo. L'apertura dell'anno giudiziario 2018 della Corte dei conti della Puglia conferma la frattura esistente tra l'attività giudiziaria e la fase successiva, quella in cui i responsabili sono chiamati a risarcire l'erario: a fronte di sentenze divenute definitive (dopo l'appello) per poco più di 42 milioni di euro, nel 2017 sono stati recuperati appena 1,2 milioni. Il 18% in più rispetto all'anno precedente, ma comunque una goccia nel mare.

È questo il dato più interessante nella relazione svolta dal procuratore regionale Carmela de Gennaro, che ha illustrato una crescita dell'attività di «ricerca» dei danni erariali: nel 2017 sono stati attivati 140 giudizi, di cui 118 a fronte di responsabilità risarcitorie per 32,8 milioni, e 17 per richieste cautelari tra cui 14 sequestri per 29 milioni. Numeri in crescita, se si considerano anche - come ha sottolineato il presidente Mauro Orefice - le 153 cause definite per 32,4 milioni (136 nel 2016 per 23 milioni) e gli 85 giudizi pendenti, ma anche l'enorme numero (2.937) di archiviazioni: all'esame dei giudici contabili, insomma, passano ogni anno migliaia di casi. Circa il 90% dei giudizi introdotti, però, si chiude con una sentenza di condanna.
Il punto dolente è dunque la fase del recupero, che nel codice di giustizia contabile è competenza dell'amministrazione danneggiata. E non sempre si può (o si riesce) a farsi pagare integralmente, anche perché la legge permette di accedere a rateizzazioni lunghissime. L'unica garanzia a favore della pubblica amministrazione sono i sequestri cautelari (ad esempio quello scattato per le tangenti al teatro Petruzzelli di Bari), ma pure qui la situazione non è agevole: a differenza della Procura ordinaria, quella contabile non ha accesso alle movimentazioni bancarie e può difendersi dalle manovre elusive soltanto sui beni immobili, attivando (nel 2017 ce ne sono state tre) azioni revocatorie contro gli atti di vendita del patrimonio degli incolpati.

Dal punto di vista dell'attività, il 2017 ha visto al centro la questione Sud-Est con una ordinanza della Cassazione che ha poi escluso la competenza dei giudici contabili ma ha comunque consentito di mantenere in piedi i sequestri cautelari operati nei confronti dell'ex amministratore Luigi Fiorillo e di un ex dirigente. Ma ci sono anche i numerosi fascicoli che riguardano gli sprechi della sanità (dalle forniture inutili della Asl di Taranto a quelle di un distretto del Barese, fino alle prescrizioni inutili di un medico di Ruvo di Puglia), quelli dei Comuni, quelli sui fondi europei o i contributi dello Stato: nel 2017 sono state emesse 30 citazioni per un danno stimato in 5,5 milioni nei confronti di Regione, Agea e ministero per lo Sviluppo economico. Resta sempre attuale il tema della riscossione tributi, che in Puglia vede aperti numerosi casi a partire dal crac Gema. «Difficilmente - ha detto il procuratore de Gennaro, che ha rivolto un ringraziamento al comandante regionale della Finanza per l’impegno profuso a supporto delle varie indagini - sarà possibile recuperare per intero l'ingente danno, visto che da un lato la società è stata dichiarata fallita e dall'altro il patrimonio dell'unico amministratore capiente è esiguo rispetto alla cifra contestata».

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