Il naufragio del 2014
Norman Atantic, difesa chiede dissequestro relitto
Una istanza di dissequestro del relitto della Norman Atlantic, il traghetto naufragato nel dicembre 2014 al largo delle coste albanesi dopo un incendio scoppiato a bordo e costato la vita a 11 persone (18 ancora dispersi), è stata presentata alla Procura di Bari dai difensori dell’armatore, Carlo Visentini, indagato insieme con altre 15 persone. Agli indagati, oltre a Visentini e alle due società Visemar, proprietaria della nave, e la greca Anek, noleggiatrice del traghetto, ci sono il comandante, gli amministratori della società Anek e alcuni membri dell’equipaggio, accusati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni.
Nell’ambito dell’indagine, ancora in corso, è stato eseguito un incidente probatorio che è durato quasi due anni - da giugno 2015 ad aprile 2017 - per accertare le cause dell’incendio e del successivo naufragio, ed è stato fatto da un collegio di periti attraverso una serie di accertamenti tecnici fatti a bordo del relitto. La nave è ormeggiata sulla banchina dinanzi al terminal crociere del porto di Bari dal febbraio 2015, dopo essere stata rimorchiata da Brindisi, primo porto di approdo dopo il naufragio. Da allora è sottoposta a sequestro probatorio.
Ora i legali di Visentini, gli avvocati Gaetano Castellaneta e Filiberto Palumbo, ritengono che le esigenze cautelari siano cessate, perché gli accertamenti a bordo sono finiti da tempo, e chiedono il dissequestro del relitto. Da mesi l’autorità portuale di Bari chiede di liberare la banchina. Se i pm che coordinano le indagini, Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, daranno l’ok al dissequestro, l’armatore potrà procedere - a sue spese - a tutte le operazioni tecniche per rimorchiato altrove.