il ministro a Taranto

Ilva, De Vincenti, piano è quello anche con rilievi Antitrust

TARANTO -  «Nessuno perderà il lavoro». Lo ha detto il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti dopo aver incontrato a Taranto i sindacati, le parti sociali e Confindustria per fare il punto sullo stato di avanzamento del processo di cessione degli stabilimenti Ilva.

«Questo - ha spiegato il ministro - grazie al fatto che la procedura di cessione dell’Ilva può far leva su un piano industriale di Am Investco Italy, formata da ArcelorMittal e Marcegaglia, robusto sul piano della strategia di mercato, sul piano degli investimenti delle tecnologie produttive, sul piano ambientale. Ricordo che parliamo di un piano di investimenti di due miliardi e 400 milioni, di cui un miliardo e centocinquanta circa per il risanamento ambientale dello stabilimento, un miliardo e duecentocinquanta circa di investimenti di nuove tecnologie di sviluppo del siderurgico».

«Abbiamo un impegno forte che sarà giuridicamente vincolante nel contratto con Am Investco a non modificare il piano industriale e occupazionale del gruppo Ilva anche se ci dovessero essere delle prescrizioni da parte delle Autorità Antitrust. In questo caso comunque non toccheranno gli stabilimenti Ilva».

«Per il governo - ha osservato De Vincenti - la tutela della salute dei cittadini di Taranto e dell’ambiente è prioritaria. Inoltre, Am Investco si impegnerà a valutare in prospettiva di utilizzare la tecnologia cosiddetta Dri e le condizioni della sua sostenibilità economica. In sintesi, credo che stiamo arrivando a una svolta importante, positiva, di una vicenda difficile, dolorosa, che abbiamo vissuto insieme in questi ultimi anni. E’ un punto di svolta, non un punto di arrivo, è finalmente l’inizio di una certezza industriale per la ripresa del gruppo Ilva nel pieno rispetto della salute e dell’ambiente».

E’ una «vicenda - ha sostenuto il ministro - molto impegnativa, è un chiodo fisso che ha segnato l’azione del governo in questi anni: quello di riuscire a far sì che l’Ilva rimanga aperta e abbia un futuro produttivo e occupazionale robusto. Quindi, un punto di svolta positivo di questa storia. E' stato il chiodo fisso del governo per futuro produttivo-occupazionale forte nel pieno rispetto prioritario, ripeto, di salute e ambiente». 

GRILLO FA IRONIA... «Continueremo come governo, per la parte di nostra competenza, a combattere questa battaglia per Taranto, per i cittadini di Taranto, per l’Italia, al contrario di qualcun altro che si diverte a fare battute sulla mummificazione degli stabilimento Ilva, che significa fare ironia dal suo yacht sulla perdita del posto per 14mila lavoratori diretti e altrettanti indiretti».

Così il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti ha commentato le dichiarazioni rilasciate ieri a Taranto da Beppe Grillo a proposito dell’idea di far diventare l’Ilva un museo di archeologia industriale. «Noi - ha chiosato il ministro - non facciamo ironia, noi lottiamo perchè quei lavoratori abbiano un futuro».

De Vincenti ha poi chiarito che il governo seguirà «con grande attenzione la procedura di cessione degli stabilimenti per ottenere un risultato che sia nell’interesse generale dei lavoratori, dei cittadini italiani, del nostro paese. Il contratto prevede un fase di affitto e poi di acquisto definitivo e si confida, con la realizzazione del piano ambientale, sul dissequestro degli impianti da parte della magistratura. Un piano ambientale che procede in modo forte - ha osservato De Vincenti - ed è percepibile potrebbe anche essere un segnale importante».

NON CREDO ACCIAITALIA FARA' RICORSO - «Non credo a un ricorso da parte di Acciaitalia, secondo me non ci sono i presupposti». Lo ha sottolineato il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti rispondendo a Taranto a una domanda sul rilancio dell’offerta da parte della cordata formata da Jindal e Delfin nel corso di una conferenza sullo stato di avanzamento del processo di cessione degli stabilimenti del gruppo Ilva.

«Io devo dire che ho apprezzato - ha osservato il ministro - l'impegno da parte di Acciaitalia, che in questi mesi ha lavorato, come Am Investco, con molta attenzione al piano ambientale e al piano industriale. Credo che sia giusto ringraziare entrambe le cordate per il lavoro che hanno fatto. E' stata superiore l’offerta di Am Investco, non ci sono motivi per fare ricorso e ci auguriamo che le forze imprenditoriali confluite in Acciaitalia abbiano modo di esprimersi anche in altri investimenti di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno. Il nostro Paese ha bisogno di crescere, ha bisogno di investimenti, di una ripresa dell’industria».

Quanto alle voci sul possibile interessamento di Jindal allo stabilimento di Piombino, De Vincenti ha risposto: «Noi siamo aperti a qualsiasi soluzione positiva anche sulla vicenda Piombino. In questo momento è impegnato l’imprenditore Rebrab e il governo si sta confrontando con lui. Se altri imprenditori segnalassero il loro interesse a contribuire alla ripresa produttiva di Piombino, lo valuteremo».

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