Per il servizio di 118 e ausiliariato
Sanitaservice non paga l'Iva Gdf scopre «buco» di 4,3 mln
Verbale delle fiamme gialle nei confronti della società in house: e l'amministratore partecipa agli utili
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Oltre 4,3 milioni di euro di Iva non versata. Alcune singolari note di credito da 900mila euro, emesse a fine esercizio senza «alcuna ragione giuridica». Un amministratore che partecipa agli utili di una società pubblica. La Finanza ha effettuato una verifica fiscale sulla Sanitaservice della Asl di Foggia, e quello che ne è emerso rende chiaro - definitivamente - il pantano delle società inventate dalla giunta Vendola per «internalizzare» i servizi sanitari promettendo risparmi per le casse pubbliche e certezze per i lavoratori. I conti, però, non tornano. E mentre la Asl di Foggia deve correre ai ripari, il verbale della Tenenza di Lucera è stato trasmesso in Procura.
Spieghiamo. Le Sanitaservice sono società in-house delle Asl, per le quali svolgono alcuni servizi. Quella di Foggia, ad esempio, si occupa di fornire oltre che gli ausiliari e gli addetti alle pulizie, anche il personale del 118. Per gli uni e per gli altri, la Sanitaservice emette fattura alla Asl senza applicare l’Iva. E dunque fa risultare i servizi più economici del 22%.
Il problema è che secondo la Finanza (ma anche secondo tutte le altre Sanitaservice pugliesi, che applicano l’Iva) non si può fare. L’esenzione - dicono le fiamme gialle - spetta a chi si occupa del trasporto di malati, ma non a chi «noleggia» il personale del 118. Per quanto riguarda ausiliari e pulitori, la Sanitaservice di Foggia dice che si tratta di distacco di personale (che è esente Iva). Peccato che, secondo quanto accertato dalla Finanza, la società non si limita a ribaltare i costi sostenuti alla Asl (perché questo prescrivere la norma affinché si possa elidere l’Iva), e soprattutto usa una procedura anomala: il personale «distaccato» ha un contratto diverso da quello della Asl, e non risponde alla Asl ma alla Sanitaservice.
Il «Pvc» della Finanza riguarda il 2011, ma stanno per essere notificati quelli per tutti gli anni successivi fino al 2016. E avranno contenuto simile. La patata bollente è dunque nelle mani della Asl di Foggia, che ha chiesto un parere legale. E - benché la Sanitaservice abbia impugnato le risultanze dell’accertamento - la Asl sarà costretta a iscrivere in bilancio 4,5 milioni di possibili perdite per ciascun anno di verifica: parliamo di quasi 25 milioni di Iva da versare allo Stato. Roba da far saltare tutti i conti.
C’è poi la strana storia della nota di credito da 900mila euro, un «abbuono» che la Sanitaservice emette a fine anno a favore della Asl di Foggia, senza meglio specificarne i motivi: non essendoci alcuna contestazione sui servizi svolti per «infermiere, autista e soccorritore», non si capisce perché la Sanitaservice debba rinunciare a parte dei suoi introiti. «È evidente che per tale tipologia di servizio non vi è alcuna ragione giuridica per concedere un abbuono», scrive la Finanza. Eppure, è detto nel verbale, «l’analisi della contabilità ha permesso di rilevare che anche per il 2012, a fine esercizio, risulta effettuata una nota di credito di notevole importo (oltre 900.000 euro), mentre dal 2013 non risultano più effettuate tale note di credito». Perché? Forse per «costruire» la convenienza dell’affidamento del servizio alla Sanitaservice. «È lecito dubitare che - scrive infatti la Finanza -, alla fine dell’esercizio, laddove emergano utili elevati, la Sanitaservice possa aver proceduto a ridurre tali utili attraverso l’emissione di note di credito all’Asl». Ma c’è un particolare inquietante. «Ulteriore elemento che fa insorgere dubbi sulla natura commerciali di tali note di credito è che nell’anno 2013, nel riconfermare l’incarico all’amministratore unico, oltre a prevedere per il suo incarico un compenso fisso mensile, è stato previsto, a partire da quell’anno, anche un compenso del 5% sui redditi della Sanitaservice, coincidendo con l’anno in cui non risultano più effettuate note di credito».
L’amministratore della Sanitaservice, Antonio Di Biase, partecipa dunque agli utili generati dalla società. Il suo incarico è scaduto, ed entro il 15 maggio dovrebbe essere nominato il successore: è probabile che ci sarà una breve proroga, prima della scelta definitiva. Dalla Asl Foggia garantiscono però che la clausola del 5% (che ha garantito a Di Biase uno stipendio più alto rispetto a quello del direttore generale) verrà definitivamente cancellata.