L'ex premier, in corsa per la segreteria pd, in puglia col ministro martina
Renzi, incontro a Bari Decaro: idee e proposte per il futuro del territorio
BARI - «Con Renzi su alcune questioni sono stato un po' critico, ma credo che abbia capito la lezione». Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, parlando a Bari con i giornalisti in un incontro pubblico che si sta tenendo con l’ex premier Matteo Renzi, in corsa per la segreteria Pd. «Alcune cose fatte da Renzi sono state straordinarie, come - secondo Decaro - le unioni civili, gli 80 euro, gli sgravi fiscali, le assunzioni tramite il combinato disposto dei cantieri di cittadinanza e del Jobs act». "Risposte date ai cittadini in un governo - ha aggiunto - che non aveva trazione Pd, essendo nato da più esperienze. Siamo riusciti a portare gli alleati temporanei a fare cose che il Pd voleva fare da tempo». «Oggi - ha proseguito - Renzi e Martina vengono a Bari, li ospitiamo e spiegheremo che non vogliamo solo ascoltare quello che loro hanno da dirci, vogliamo spiegare loro quello che già facciamo per il Sud a volte con il governo, a volte soli. Una sorta di comunità della comunità che ha idee e proposte per il territorio e il futuro del Paese».
RENZI - «Salutiamo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano», che ha avuto un incidente al tendine di Achille: «Io - ha detto Matteo Renzi oggi a Bari - ho un alibi di ferro, ero a distanza centinaia di chilometri». Renzi da Bari, dove partecipa a una iniziativa per le primarie Pd, ha spiegato che «è fondamentale non perdere l’umanità delle relazioni» anche nella competizione per la segreteria Pd, e che "la partita comincia ora» e si giocherà «nei prossimi 22 giorni».
«Se torno lo faccio perché me lo chiedete voi, perché mi votate, non perché lo decido io. Io non dico non abbiamo perso. E nel 2013 è andata male, e il Pd in Parlamento non ha i voti».
«Perché non fate la legge elettorale? Perché non abbiamo i numeri». «In questi anni - ha aggiunto - abbiamo avuto un governo di coalizione, e abbiamo fatto dei miracoli a portare avanti dei risultati come quelli ottenuti». «Ma il sistema istituzionale - ha proseguito - vuole la palude, vuole tutti fermi, perché in Italia sono più abituati a contare i veti e non i voti».
«I cinquestelle qualsiasi cosa accada si chiudono a testuggine, mentre da noi il primo che ti pugnala alle spalle è il tuo compagno di partito». Lo ha detto l’ex premier Matteo Renzi, oggi a Bari, precisando che occorre ritrovare una «generosità tra di noi», perché «l'obiettivo nel Pd non deve essere sparare a quello accanto: se non facciamo questo - ha concluso - i giovani non verranno mai».
«Ho visto in tv il capo, il leader dei grillini, chiamatelo come volete. La differenza è che noi scegliamo il nostro leader con la democrazia, loro con la dinastia. È democrazia versus dinastia».
«Noi dobbiamo non soltanto affidarci, ma credere nel lavoro che sta facendo il governo, un lavoro importante», ha proseguito, sottolineato che «stiamo facendo un grande lavoro in molti settori. La manovrina non sarà una manovrina con più tasse come voleva qualche tecnocrate bruxellese. Non ci sarà ne l'aumento dell’Iva né della benzina».
«Il governo va avanti, va bene - ha aggiunto - e noi siamo tutti a lavorare, perché dopo il 4 dicembre il rischio era quello della palude. E questo rischio a livello istituzionale c'è ancora. Ma non possiamo permetterci che ci sia anche a livello del governo e delle misure economiche, culturali e sociali».
«Per questo - ha proseguito - il Pd sta lavorando con molta forza sotto il profilo del governo perché le cose avvengano». Per Renzi «ci sarà un risultato in cui siamo passati dalla decrescita infelice alla crescita che inizia ad avere risultati positivi. Bisogna tutti dare una mano». «Certo - ha concluso - la palude istituzionale è innegabile. Era una conseguenza che avevamo messo in conto, dicendo occhio che se si perde si blocca tutto e qualche statista diceva no, arriviamo noi e in sei mesi sistemiamo tutto».
«Il Mezzogiorno non può essere solo un parco vacanze», occorre una visione che metta insieme industria, turismo, cultura, e infrastrutture, come la Bari-Matera o la ferrovia Bari-Napoli: è questo, in sintesi, quello che l’ex premier Matteo Renzi ha sostenuto a Bari parlando di Sud e di sviluppo.
«C'è chi dice - ha sottolineato - che possiamo fare a meno di Ilva, un’azienda che era leader e nel giro di 5 anni è stata messa in ginocchio in modo scientifico, ma sostenere che ci sia uno spazio di crescita per il Mezzogiorno chiudendo Ilva è un grande regalo per gli acciaieri di mezzo mondo che continuano a fare soldi ed un modo per gettare nella disperazione e nel panico migliaia di famiglie che hanno il diritto costituzionale al lavoro». «Per l’ambientalizzazione - ha aggiunto - li abbiamo messi noi i soldi, abbiamo messo tutto quello che serviva per la qualità della vita. Taranto non ha mai avuto tanti soldi come quelli assegnati da noi». «A partire dal caso Taranto ed Ilva c'è una visione del Paese in gioco ed io credo che la cosiddetta decrescita felice valga solo per chi - ha continuato Renzi - i soldi li ha già. Non penso quindi che il Mezzogiorno possa essere solo un parco vacanze. Anche perché - ha detto Renzi - su 100 turisti stranieri in Italia, solo 13 scendono sotto Roma. Certo esiste il modello Rimini dove sono maestri nella comunicazione, avendo un mare bellissimo, ma non certo come quello pugliese. La capacità di attrazione va migliorata. Occorre - ha concluso - una visione d’insieme, senza litigare dalla mattina alla sera»
«Sostenere che ci sia uno spazio di crescita per il Mezzogiorno chiudendo l’Ilva, è un grande regalo per gli acciaieri di tutto il mondo e getta nel panico migliaia di famiglie» di Taranto. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, oggi a Bari, sottolineando che «Taranto non ha mai avuto tanti soldi come quelli che abbiamo messo noi». "Io non scappo», ha aggiunto sottolineando che nessun altro premier era stato «tre volte a Taranto: io - ha concluso - ci metto la faccia».
Simpatico siparietto poi tra l’ex premier Matteo Renzi e un interlocutore sul palco della manifestazione per le primarie del Pd a Bari. Discutendo con una giovane agricoltrice della qualità dell’olio pugliese, Renzi ha condiviso e ha aggiunto che anche l’olio toscano è buono. "Adesso diranno Renzi fischiato a Bari», ha scherzato l’ex premier suscitando le risate della platea.
Sul piano internazionale, Renzi ha detto: «È bene che quando un bambini viene ucciso dal gas ci sia una reazione». Poi ha precisato che «c'è bisogno di più Europa perché la Siria non è soltanto un affare tra il presidente degli Usa e il presidente della Russia». «È bene - ha aggiunto - che loro se ne occupino e dialoghino. Contemporaneamente sappiamo che l’unica possibilità di uscita da conflitti ormai pluriennali come quello è la capacità di intavolare un negoziato vero». «Lo ha detto il nostro governo - ha sottolineato Renzi - e noi stiamo affianco al governo». «Ma c'è anche - ha concluso - un bisogno profondo di Europa».
Per l’ex premier Matteo Renzi, la "minaccia atroce e vergognosa come quella del terrorismo trova terreno fertile in chi vive nei quartieri periferici delle città e perde il senso della comunità», ma non arriva da chi sbarca «a Lampedusa». Renzi lo ha detto a Bari dove partecipa a una iniziativa per le primarie del Pd. «Di fronte a ciò che accade - ha sottolineato - la risposta è da un lato l’investimento nelle periferie, e dall’altro avere il coraggio di dire che mentre investiamo in cultura e dialogo le regole valgono per tutti».
«L'accoglienza si fa nel rispetto delle regole», aggiungendo che «se una ragazzina di quindici anni viene chiusa in casa ed è costretta a non uscire se non indossa il velo, fa bene il giudice minorile italiano a toglierla da quella famiglia».
MARTINA - «Mai come oggi destino del Pd si intreccia con quello del Paese», ha detto Maurizio Martina, esponente Dem e ministro delle politiche Agricole. «Il congresso - ha detto Martina - serve per costruire assieme una proposta per il Paese, una proposta congressuale che con Matteo cresce dal basso, si apre, ascolta e si confronta, per confluire in idee proposte e prospettive per l’intero Paese». «Siamo orgogliosi del lavoro fatto sin qui, in questi anni, e chiediamo - ha aggiunto - di avere, come squadra e comunità, la chance di giocarci le nostre possibilità sino in fondo. Prendiamoci per mano allargando la partecipazione».
«C'è bisogno di non pensare che con il voto dei circoli sia concluso il lavoro ed occorre ora - a giudizio di Martina - rivolgersi all’elettorato. Dobbiamo concretizzare idea di un partito di popolo. Il 30 aprile ci sarà una nuova squadra, un nuovo segretario e sarà - ha concluso - l’inizio di una nuova storia, non la fine di un percorso. Dateci una mano, rimettiamoci in cammino, insieme».