il caso in puglia

Aeroporti, stipendi d'oro indaga la Corte dei conti

Massimiliano Scagliarini

di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - Le consulenze attribuite negli anni a un architetto milanese, Francesco Angarano, e i superminimi concessi a 13 dipendenti di Aeroporti di Puglia tornano nel mirino della Corte dei Conti. Dopo una prima ricognizione svolta nel 2014, i giudici contabili sono tornati a interessarsi di quanto accaduto negli scorsi anni nella società della Regione: l’obiettivo è capire se i fondi pubblici siano stati utilizzati correttamente.
Il fascicolo aperto dal viceprocuratore regionale Pierpaolo Grasso ha visto, nei giorni scorsi, la richiesta di acquisizione tramite la Finanza degli atti relativi sia alle fatture pagate ad Angarano (che da due anni ha cessato ogni collaborazione con AdP), sia al trattamento economico dei 13 dipendenti: secondo un dettagliato esposto anonimo, su cui la Corte dei conti aveva già svolto accertamenti, questi dipendenti avrebbero ottenuto (e in parte ancora ottengono) trattamenti stipendiali «ad personam» molto superiori a quelli previsti dai contratti collettivi.

Il nuovo management di Aeroporti, guidato dal romano Tiziano Onesti, deve dunque affrontare una partita che riguarda le responsabilità delle precedenti gestioni: in questi giorni il cda deve, tra l’altro, ratificare il nuovo organigramma, in cui è prevista una rivisitazione delle deleghe attribuite al direttore generale Marco Franchini, al direttore amministrativo Patrizio Summa e agli altri manager. «Siamo assolutamente tranquilli - fanno sapere dalla società a proposito degli approfondimenti della Corte dei conti -, abbiamo sempre fornito tutte le informazioni richieste».

I giudici contabili vogliono però esaminare con più attenzione i pagamenti effettuati, che nel caso di Angarano risalgono fino agli anni 2008-2009 e superano complessivamente la cifra di 3 milioni di euro. Sugli stipendi, invece, va stabilito se AdP abbia agito nel rispetto della legge e delle prerogative degli amministratori. Ma in generale potrebbe porsi un problema simile a quello relativo alle Ferrovie Sud-Est, ovvero sulla giurisdizione della Corte dei conti a occuparsi di una partecipata che opera in regime di in-house.

Nel frattempo, però, in Aeroporti potrebbe aprirsi un nuovo capitolo relativo a Ryanair. Chiusa con l’archiviazione l’indagine sul presunto abuso d’ufficio per i contributi alla compagnia low-cost irlandese, il mirino si sposta sul fronte delle tasse. Il Nucleo di polizia tributaria ha infatti avviato una verifica fiscale sugli anni dal 2013 al 2015. Si tratta di una attività di routine ma, a quanto si è appreso, uno dei punti oggetto di approfondimento è proprio Ryanair: da un lato gli incentivi pagati alla compagnia, tramite la società Ams (la controllata che gestisce il marketing), per circa 37 milioni di euro nello scorso triennio, e dall’altro i contributi versati ad Aeroporti dalla Regione.
Al momento nulla autorizza a ipotizzare che la verifica fiscale vada oltre i consueti controlli periodici sulle società di grandi dimensioni. Tuttavia per Ryanair, come noto, esiste da tempo a livello nazionale una specifica sensibilità sul tema delle tasse: la compagnia ha sede in Irlanda, dove il trattamento è molto più favorevole di quello italiano.

Privacy Policy Cookie Policy