I casi difficili agli ospedali pubblici
Mater Dei, il pronto soccorso privato che non decolla
Alla struttura di Cbh tanti codice verdi: e sono in aumento le prestazioni nei pronto soccorso pubblici
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - L’apertura del nuovo pronto soccorso privato della Mater Dei non ha comportato soltanto una redistribuzione degli accessi attraverso il 118, quanto un aumento netto delle prestazioni erogate nelle sale emergenza di Bari: rispetto ai 7.729 accessi registrati da agosto a novembre 2015, lo scorso anno i pronto soccorso del capoluogo sono saliti a quota 8.276.
Il dato sulle ospedalizzazioni, fornito dalla centrale operativa 118 diretta da Gaetano Dipietro, è interessante perché consente di leggere meglio quanto sta avvenendo nella principale area territoriale della Puglia, dove dal 1° agosto è in funzione il primo pronto soccorso privato. Una struttura che - lo dicono i numeri ufficiali della Regione, pubblicati dalla «Gazzetta» l’8 dicembre - da agosto a ottobre ha accettato una media di 1.200 pazienti al mese (1.206 pazienti ad agosto, 1.160 a settembre e 1.213 a ottobre), ovvero circa il 40% di quelli preventivati dalla stessa Regione che ha erogato un anticipo pari a 500mila euro al mese per il primo anno. Il bilancio di novembre, non ancora ufficiali, mostra un lieve incremento degli accessi.
Incrociando i dati si vede che circa la metà degli accessi del periodo agosto-ottobre sono dovuti alle ambulanze del 118. Il servizio territoriale ha infatti convogliato a Mater Dei 370 pazienti ad agosto (13 codici rossi, 213 gialli, 144 verdi), 469 a settembre (16, 261, 192), 540 a ottobre (18, 324, 198) e 522 a novembre (27, 315, 180).
Emerge poi che il 118 ha portato al nuovo pronto soccorso privato più pazienti rispetto a quelli trasportati a Di Venere (482 in ottobre, 488 in novembre) e San Paolo (486 in ottobre, 490 in novembre). Ma è la tipologia di casi giunti in Mater Dei ad essere profondamente diversa, vedi ad esempio i codici rossi (quelli a rischio vita): a novembre Mater Dei ne ha avuti 27, mentre il 118 ne ha portati 79 al Di Venere, 45 al San Paolo e 100 al Policlinico. Discorso esattamente opposto per i codici verdi (quelli definiti «poco critici»): a ottobre la Mater Dei ne ha avuti 198, il Di Venere 87, il Policlinico 128 e il San Paolo 170. Un ulteriore dato: a novembre del 2015, il 118 ha trasportato nei tre ospedali pubblici un numero di codici rossi molto simile a quello di novembre 2016 (75 al Di Venere, 90 al Policlinico, 38 al San Paolo), mentre i codici verdi si sono sostanzialmente dimezzati.
Il pronto soccorso della Mater Dei, insomma, sia attraverso gli accessi diretti (si veda l’articolo dell’8 dicembre) sia attraverso il 118 sta assorbendo soprattutto casi a bassa o bassissima complessità che non approdano più negli ospedali pubblici. Il cittadino non vede la differenza, perché i «verdi» devono dare precedenza ai pazienti urgenti, e comunque parliamo sempre di prestazioni che andrebbero chieste ai medici di famiglia o agli specialisti ambulatoriali. Ma il sistema, nel suo complesso, sembrerebbe mostrare un «boom» di prestazioni di 118: a dimostrazione che spesso, in sanità, è l’offerta che traina la domanda.
Finora, dunque, ogni paziente trattato nella sala emergenza privata di Mater Dei costa alle casse pubbliche circa 450 euro. Un dato che non sfugge alla Regione, dove - spiegano - «abbiamo portato a termine un procedimento di autorizzazione che già c’era». E chiaro che per valutare la funzionalità del pronto soccorso Mater Dei ci vorrà altro tempo. Ma, spiegano in Regione, già a febbraio ci sarà un primo giro di boa: mentre la Asl di Bari comincerà a verificare l’appropriatezza delle prestazioni, l’assessorato alla Salute esaminerà i numeri dei primi sei mesi. Bisognerà capire se la spesa (7,5 milioni l’anno) è giustificata dall’attività svolta: in caso contrario, sarà necessario correre ai ripari.